Le multe? Inutili I calciatori vadano in corsia

Massimo

Donelli

Festa per 20 persone in un appartamento a Torino. I vicini chiamano i carabinieri. E i carabinieri, suonato il campanello, aspettano un’ora sul pianerottolo prima che sia loro aperto. Mercoledì sera, in piena zona rossa. Ore 23,30. Conseguenze: multa da 400 euro. E già ci sarebbe da infuriarsi. Ma la collera esplode quando si scopre che il padrone di casa è Weston McKennie, cittadino statunitense di 22 anni, giocatore della Juventus, in baldoria con (tra gli altri) due compagni di squadra: l’argentino Paulo Dybala, 27 anni, e il brasiliano Arthur Melo, 24 anni.

Tre giovani riccastri (Dybala guadagna 7,2 milioni netti l‘anno; Melo 5; McKennie 2,5) che, ovviamente, se ne infischiano di una multa da 400 euro. Facendo una proporzione tra il reddito di Dybala e quello di un suo coetaneo con stipendio annuo da 13mila euro, infatti, salta fuori un numero imbarazzante: 0,72 centesimi. Ovvero, per chi ha uno stipendio da mille euro al mese una multa da 400 è una sberla; per chi incassa 554 mila euro al mese è il ronzio di una mosca.

Quindi? Meglio, molto meglio sanzionare i tre bischeri con una giornata da aiuto infermieri in un reparto Covid. Perché, avendo dato il cattivo esempio (imperdonabile per le star dello sport), facciano un bagno di realtà e umiltà. E, per favore, non ci dicano "Sono ragazzi". Napoleone a 24 anni era generale, Alessandro Magno a 22 anni partì alla conquista dell’Oriente…