Mercoledì 24 Aprile 2024

Le ministre contro Silvio "Mai federati con Salvini"

Gruppi unici alla Camera e in Senato, Berlusconi apre: "Può rafforzarci". Dopo i ’coraggiosi’, la Carfagna e la Gelmini minacciano un nuovo strappo

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di Elena G. Polidori

Dopo lo strappo dei ’coraggiosi’ Luigi Brugnaro e Giovanni Toti, è ancora terremoto nel centrodestra, ma stavolta per mano dello stesso Silvio Berlusconi. Dopo una chiacchierata con Matteo Salvini, il Cav ha chiamato i suoi (via Zoom) annunciando l’intenzione di aprire a una federazione di centrodestra con la Lega. Idea accolta con freddezza da molti e con sincero sconcerto da parte di altri, a cominciare dalle ministre Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna, che hanno addirittura minacciato un ulteriore strappo con l’uscita di altri parlamentari.

Un putiferio che Salvini, primo promotore dell’idea federativa, ha cercato di sminare, rassicurando che "non si tratterà di un’annessione alla Lega" ma solo della necessità di radunare le forze di centrodestra, "almeno di quelle che sostengono il governo Draghi. Tutte. Siamo tutti sullo stesso piano – ha spiegato – ma dobbiamo fare un passo in avanti. Per esempio creando gruppi unici alla Camera e al Senato". Della partita, dunque, non farà parte Fd’I, con Giorgia Meloni che ha tirato una riga netta: "Non ci riguarda".

A Berlusconi, Salvini aveva invece spiegato la sua visione: un centrodestra unito nel maggioritario (guardando, ovviamente, al 2023 elettorale) con la competizione interna che si dovrebbe giocare sulla quota proporzionale. Una questione su cui Berlusconi ha aperto: "La consideriamo con grande attenzione – ha detto ai suoi –. Non diciamo no: ne parleremo nelle sedi dedicate del partito. Di sicuro una maggiore unità con le altre forze del centrodestra consentirà di irrobustire le nostre battaglie storiche".

Il disegno, però, non convince affatto Gelmini e Carfagna che, già durante la riunione, si sono dichiarate contrarie, denunciando il rischio di una "fusione per incorporazione" (Gelmini) e sottolineando che "così si seppellisce la storia di FI" (Carfagna). Il malumore è poi esploso, con minaccia di scissione, quando si è capito che Berlusconi non aveva intenzione di ripensarci. "Non voglio più sentire questa storia che siamo sottomessi a Salvini", ha controbattuto il Cavaliere, rilanciando addirittura "l’ipotesi del partito unico in futuro", con "tutte" le forze di centrodestra, sperando addirittura di "convincere anche Fd’I".

Sul piatto, tuttavia, sembra esserci il prossimo snodo elettorale col taglio del numero dei parlamentari, dove pochi potranno essere rieletti. Salvini, tuttavia, non può rappresentare la scialuppa, considerando che la riduzione di un terzo degli eletti metterà a rischio anche l’attuale consistenza numerica dei parlamentari azzurri.