Le ginnaste: noi vessate Si muove anche il governo "Le medaglie non sono tutto"

Dopo le denunce delle campionesse incontro tra il ministro Abodi e Malagò (Coni) "Andremo fino in fondo a questa storia, verificheremo e faremo chiarezza"

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di Giovanni Rossi

Ne parla anche chi non ha mai visto nastri e clavette in volo, oppure palla, cerchio e fune. Il caso delle vessazioni denunciate da tre ex azzurre della ginnastica ritmica, protagoniste per anni nelle plurimedagliate Farfalle, anima un comprensibile sdegno nazionale. Il caso è immenso. Perché riporta il dibattito educativo e sportivo alla domanda assoluta: ovvero fin dove si possano spingere preparazione e disciplina in nome dei risultati. Quei risultati che maturano in contesti iper competitivi dove le avversarie alzano quotidianamente la sfida testando limiti di impegno e allenamento mai raggiunti prima.

"Alle ragazze noi crediamo e vogliamo che il nostro sistema sia il più lindo e trasparente possibile. Ho sentito la d.t. Emanuela Maccarani. Non si aspettava tutto questo, ma è conscia del fatto che forse le cose vanno interpretate e cambiate", dice Gherardo Tecchi, presidente della Federazione italiana ginnastica, appena uscito dall’incontro con il ministro dello Sport Andrea Abodi e il presidente del Coni Giovanni Malagò.

La denuncia delle ex azzurre Nina Corradini e Anna Basta di abusi, violenze, umiliazioni e soprusi durante la militanza tra le plurimedagliate Farfalle – orgoglio dello sport italiano – scatena nuove testimonianze. Giulia Galtarossa, altra ex azzurra, unisce le proprie parole a quella delle colleghe crollate a distanza di anni al ricordo di privazioni alimentari, quotidiana prova bilancia, idratazione controllata, competizione ossessiva, sensazione di essere strumenti di lavoro in mano ad allenatori interessati solo al successo e non all’armonica crescita delle atlete. La valanga di accuse – talvolta infamanti – raggiunge anche l’attività di club. Accade in Lombardia dove i genitori di due ginnaste minorenni di Calcinato presentano un esposto alla procura di Brescia che apre un fascicolo contro ignoti. "Maltrattamenti" l’ipotesi di reato che, se confermata ai livelli agonistici intermedi, aprirebbe scenari più vasti e inquietanti. Di sistema, per così dire.

Se il sottile confine tra durezza estrema degli allenamenti (in uno sport che insegue plasticità e bellezza) e offese alle persone (prima ancora che alle ginnaste) sia stato superato lo stabiliranno le inchieste in corso, a partire da quella sportiva. Già da tempo la Federginnastica ha varato il Safeguarding Officer, strumento operativo consacrato al contrasto dei fenomeni critici ora sotto osservazione. Oggi è prevista l’audizione di Corradini e Basta. Nei prossimi giorni quella di Galtarossa. Poi, mercoledì prossimo, primo appuntamento con la procura federale che non esclude l’arrivo di nuove dichiaranti. Perché se la ritmica italiana deve fare i conti con se stessa, questo è il momento. "Trecento giorni l’anno di collegiale. Le atlete azzurre non fanno una vita facile, probabilmente sono venute fuori delle cose che non andavano fatte ma noi siamo qui per correggerle", promette Tecchi. "Le medaglie sono un fattore di qualificazione della disciplina ma non ci sarà mai una medaglia che coprirà comportamenti non adeguati: questo deve essere chiaro perché fa parte del nostro comportamento valoriale", è la linea invalicabile del ministro dello Sport Abodi.

Il presidente del Coni Malagò rassicura: nessun insabbiamento. "Parliamo di un movimento che vanta centinaia di migliaia di atleti, con la ritmica che ne rappresenta il fiore all’occhiello. È giusto fare chiarezza e verificare tutto subito, ma sento di dire che il movimento è sano, serio e rispettoso delle regole. Ho sentito la d.t. Emanuela Maccarani per avere la sua opinione. Lei è membro di Giunta e rappresenta tutti i tecnici italiani. È l’allenatrice più vincente nella storia sportiva del Paese. Di persone serie e belle come lei ne ho incontrate poche". A Desio, nella sede operativa della Farfalle, le bocche sono cucite. Perché "l’inchiesta è in corso". E nessuno sa dove potrà arrivare, una volta uscita dalla sacralità delle pedane.