Giovedì 18 Aprile 2024

"Le donne a volte sono esasperanti" Femminicidi, bufera sulla Palombelli

La presentatrice contestata dopo una frase choc in tv. "Così giustifichi le violenze". E in serata si scusa

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di Viviana Ponchia

Non è che siamo noi a farli uscire di testa? Che se ci menano alla fine ci sarà un motivo? Si può condividere il sospetto con l’amica al bar, mettendo in conto che le vada di traverso il cappuccino. Li legge anche lei i giornali: 7 donne uccise in poco più di una settimana, 83 dall’inizio dell’anno. Più della metà ammazzate da un compagno o da un ex. Il senso del tempo è sempre importante. In televisione è tutto. Barbara Palombelli conosce i numeri e il mestiere. E, probabilmente, anche la forza del pensiero laterale, che lo psicologo maltese De Bono rivalutava come punto di vista alternativo a un problema. Ha tentato lo scarto temerario mercoledì nel tinello di Forum, lanciando l’idea di affrontare la violenza di genere dalla parte di lui: "È lecito chiedersi: questi uomini sono stati esasperati?". Si parlava di rabbia fra moglie e marito. Mezza Italia s’è arrabbiata con lei, impantanata nella zona grigia del victim blaming, il meccanismo che porta ad attribuire alla vittima parte di responsabilità. Il caso è diventato politico.

E, ieri sera, la signora Rutelli ha chiesto scusa. In un preambolo al suo talk show politico Stasera Italia ha spiegato di "non essere quella persona lì". Di non esserlo mai stata. "Mi accusano addirittura di essere complice di femminicidio. E questo tradisce tutta la mia vita. Ho portato in casa mia tre bambini vittime di maltrattamenti e sono diventati i miei figli. Non c’è niente che giustifichi la violenza sulle donne. Chiedo scusa, a voi e all’azienda, se non sono stata chiara". Poche ore prima, il tono su Facebook era meno remissivo. Il concetto della discordia in qualche modo ribadito: "La violenza familiare, il crescendo di aggressività che prende il posto dell’amore, l’incomprensione che acceca e rende assassini richiedono indagini accurate e ci pongono di fronte a tanti interrogativi".

E ancora: "Quando un uomo o una donna non controllano la rabbia dobbiamo interrogarci. Stabilire ruoli ed emettere condanne senza conoscere i fatti si può fare nei comizi o sulle pagine dei social, non in tribunale. E anche in un’aula televisiva si ha il dovere di guardare la realtà da tutte le angolazioni". Selvaggia Lucarelli è riuscita a silurarla a modo suo: "Era perfino meglio il monologo di Sanremo" (che passò per il trionfo del "perbenismo becero", o anche solo della noia). Sul victim blaming si è interrogata la filosofa Barbara Mazzon: "Cercando inconsapevolmente di difenderci da violenza e paura, spesso ricorriamo a spiegazioni semplicistiche e poco fondate, il cui unico obbiettivo è quello di rendere situazioni complesse più facilmente affrontabili".

La Palombelli si sente minacciata? Lei che a Sanremo confessava di essere stata una ragazzina fuorilegge ("Guidavo auto e moto senza patente"), che ha fatto qualsiasi mestiere ("Segretaria, commessa, sondaggista") e voleva, nell’ordine: "Fare l’amore ma anche lavorare" e "lottare per i diritti"? E perché spesso sono proprio le donne a puntare il dito contro la vittima?

Torna la paura anche secondo la psicoterapeuta Laura Rivolta. Paura di subire la stessa sorte, unita all’illusione che sia possibile evitarla mantenendo il controllo della situazione. Come dire: so dove ha sbagliato. Io non farò il suo stesso errore. Quindi a me non toccherà mai. Patrizia Cadau, vittima di maltrattamenti da parte dell’ex marito tra il 2012 e il 2017, manda alla Palombelli in croce una foto del proprio viso tumefatto : "Questa sono io. Non me la sono andata a cercare. Non sono mai stata aggressiva. Non sono una donna esasperante. Palombelli, lei ha mai sentito la canna di un’arma premuta alla testa o in bocca? No, vero? Allora si ritenga fortunata".