Mercoledì 24 Aprile 2024

Cattedre a tempo: un prof su quattro lavora come precario. E la scuola va in crisi

Dal 2015 boom di posti assegnati a docenti non di ruolo: +224%. Il ministro Valditara corre ai ripari, maxi reclutamento per il 2024

Roma, 13 marzo 2023 - Un docente su quattro è precario. Con un incremento del 224%, negli ultimi sette anni il precariato nella scuola italiana ha assunto i contorni di un’emergenza. Nel 2022 i contratti a tempo determinato – su un totale di circa 900 mila posti di docente assegnati – sono stati 225mila con un tasso di precarietà che ha raggiunto il 25%. A tracciare i contorni di un fenomeno ormai diventato strutturale è l’analisi dei dati ufficiali pubblicati nel Portale scuola del ministero dell’Istruzione e del Merito per il 2021-22 realizzata da Tuttoscuola.

Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara (Ansa)
Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara (Ansa)

A partire dall’anno scolastico 2015-16, i posti complessivamente assegnati a docenti con contratto a tempo determinato sono più che raddoppiati: dai 100.277 posti del 2015-16 si è passati l’anno dopo a 125.832 per continuare in un crescendo continuo fino ad arrivare ai 224.958 del 2021-22, cioè un più 224%. E, per il futuro, le previsioni non sono delle migliori. Nel corrente anno scolastico 2022-23 – secondo le stime di Tuttoscuola – si sarebbe già toccata la cifra record di oltre 240mila posti che vedono in cattedra nelle scuole statali altrettanti docenti precari, oltre un quarto di tutti gli insegnanti in servizio. Numeri che vedono alla base un sistema di reclutamento che non funziona. Basti pensare che a seguito del concorso ordinario dello scorso anno, il numero di docenti idonei è risultato inferiore alle cattedre disponibili. E ora anche la riforma del reclutamento messa in campo, con il dl 36, dall’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi viene messa in discussione. Per centrare il target di inserimento di 70mila docenti per il 2024, di cui circa 20mila per il prossimo settembre, – cifra che, dati alla mano, non sembra comunque sufficiente a soddisfare il fabbisogno degli istituti italiani – il nuovo ministro Giuseppe Valditara dovrà, quindi, trovare un 'boost'.

Una strada complementare a quella dei concorsi che, come chiedono a gran voce i sindacati, potrebbe essere quella del doppio canale andando a reclutare dalle graduatorie provinciali di supplenza (Gps) i docenti necessari. Secondo l’analisi di Tuttoscuola, infatti, i posti disponibili, ammesso che alla fine tutti i 70mila vengano coperti dai vincitori dei prossimi concorsi (come purtroppo non è avvenuto negli ultimi anni), andranno a soddisfare meno di un terzo del fabbisogno. Le 70mila assunzioni copriranno a malapena i 67.467 posti registrati dal Portale scuola del Ministero assegnati a precari con contratto annuale su posti vacanti. Nel frattempo – rileva l’analisi di Tuttoscuola – circa altri 25mila posti rimarranno disponibili a settembre a seguito dei pensionamenti. A questo gap si aggiungono altri 157.461 posti coperti l’anno scorso da docenti con contratto fino al 30 giugno. A scontare maggiormente la discontinuità determinata dal precariato dei docenti sono soprattutto gli studenti con disabilità: nell’anno scolastico in corso il 59% di loro ha già cambiato insegnante di sostegno.