Le buste paga saranno più pesanti. Otto miliardi per tagliare le tasse

Tanto costerà la riduzione del cuneo fiscale. Confindustria e alcuni partiti chiedevano di alzare la posta

Grafico Qn

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Roma, 20 ottobre 2021 - Più soldi nelle buste paga dei lavoratori dipendenti. Nella manovra di Bilancio ci sarà un capitolo ad hoc destinato alla riduzione del cosiddetto "cuneo fiscale", vale a dire la differenza fra lo stipendio che realmente si incassa a fine mese e quello che effettivamente pagano i datori di lavoro.

Manovra, fino a mille euro in più in busta paga: ecco le simulazioni del taglio Irpef

La discussione sul cuneo fiscale ha tenuto banco, ieri, a Palazzo Chigi. Da una parte le forze del Centrodestra, dalla Lega a Forza Italia, che chiedevano un intervento sostanzioso, magari riducendo la quota delle risorse destinate al reddito di cittadinanza. Dall’altra M5s e Pd, che invece hanno tenuto duro sul reddito anche se hanno sostenuto, con altrettanta forza, l’intervento per alleggerire tasse e contributi sulle busta paga.

Alla fine si è raggiunto un compromesso, con la dote riservata al taglio del cuneo che alla fine è lievitata fino a sfiorare gli 8 miliardi, più o meno la stessa cifra di quella destinata per il rifinanziamento del sussidio fortemente voluto dai grillini (8,8 miliardi).

Nel Documento Programmatico di Bilancio non ci sono i dettagli della misura. E, probabilmente, non ci saranno neanche nella manovra economica che l’esecutivo guidato da Draghi dovrebbe varare fra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. Le risorse, infatti, dovrebbero confluire in un fondo generico per la riduzione delle tasse, che sarà poi utilizzato con l’adozione da parte dell’esecutivo di decreti attuativi. Due le opzioni in campo: una modifica delle aliquote contributive dell’Inps o, più probabile, una rimodulazione dell’attuale "bonus" che i lavoratori dipendenti fino a 40mila euro di reddito annuo si ritrovano in busta paga.

Come si ricorderà, il trattamento integrativo, è di 100 euro mensili (1.200 euro all’anno) per i redditi fino a 28mila euro e si riduce proporzionalmente, fino ad azzerarsi, a quota 40mila euro. La somma si aggiunge alle detrazioni per carichi di famiglia e lavoro dipendente. Dal 2022 dovrebbero in ogni caso essere cancellati i contributi alla Cassa Unica Assegni familiari, un intervento che costerebbe circa 2 miliardi (degli 8 previsti dal Documento programmatico di bilancio) e che avrebbe un duplice vantaggio: quello di favorire non solo le imprese ma anche le famiglie, dal momento che il prelievo riguarda anche colf e badanti. Il taglio del cuneo sarà solo l’antipasto della complessa riforma fiscale che l’esecutivo ha intenzione di mettere in campo nei prossimi mesi, concentrandosi soprattutto sulla fascia fra i 28mila e i 55mila euro di reddito, con un’aliquota del 38%, 11 punti in più rispetto allo scaglione fra i 15 e i 28mila euro.

Tutto dipenderà, ovviamente, dalle risorse a disposizione, dal momento che neanche un euro dei fondi previsti dal Pnrr potrà essere utilizzato per tagliare le tasse. Il leader della Lega, Matteo Salvini, anche ieri ha ribadito la sua linea: "Meno tasse sul lavoro con un taglio dei cuneo fiscale di almeno 7 miliardi e stretta sui furbetti del reddito di cittadinanza". Anche per il leader dei Cinquestelle, Giuseppe Conte, la strada è quella di proseguire con "il taglio dell’Irpef che ha portato quest’anno 110 euro al mesi in più per 16 milioni di lavoratori". Ancora più espliciti Forza Italia e Italia Viva che, come già aveva fatto nei giorni scorsi Confindustria, sollecitano un intervento sul cuneo di almeno 10 miliardi.

 

 

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