Martedì 23 Aprile 2024

Le ambiguità che restano a destra

Lorenzo

Castellani

Ci sono stati due voti ieri al Parlamento europeo: uno sulla trasparenza dei partiti nel ricevere i finanziamenti dai paesi extra Ue, dove la Lega si è astenuta e Fratelli d’Italia ha votato contro; e un voto sulla relazione che denuncia i deficit di liberalismo dell’Ungheria, in cui entrambi i partiti italiani si sono opposti.

Si tratta di questioni secondarie, non decisive, eppure forniscono chiaramente l’imbarazzo che la destra italiana vive a livello Europeo, continuando ad oscillare tra tentativi di moderazione e reflusso sovranista. Ciò apre due questioni. In primis, viene da domandarsi perché la destra europea si sia tanto appassionata al rapporto con Orban. Se i motivi ideologici sono facili da rintracciare, questo cordone ombelicale non è chiaro sul piano strategico. L’Ungheria non è partner economico rilevante, anzi spesso fa dumping all’Italia nell’attrarre investimenti sul territorio. Sul piano politico è un paese piccolo, fuori dall’eurozona, spesso ai margini delle grandi decisioni europee. Perché i nostri partiti sovranisti continuano a dare tanto peso a rapporti poco convenienti per gli interessi nazionali?

La seconda questione, invece, attiene alla Lega e ai rapporti con la Russia. Viene da chiedersi come possa essere visto da fuori un eventuale governo con dentro una Lega con posizioni così ambigue e poco affidabili. Coltivare alleanze con paesi guidati da nazionalisti post- sovietici, che vengono da una storia ed una cultura differente dalla nostra, e rapporti accomodanti con un’autocrazia belligerante sono un macigno che pesa sul futuro della destra. È bene ricordare che l’Italia è un paese fondatore dell’Unione Europea, che ha una forte tradizione di popolarismo democratico-cristiano e che i paesi con cui è necessario rinsaldare i rapporti sono i grandi paesi europei che più ci somigliano. A volte anche i piccoli segnali contano. E sbagliare i messaggi non aiuta né il paese né chi probabilmente andrà presto al governo.