Giovedì 18 Aprile 2024

L’avversario insulta la madre morta E il bomber piange in diretta tv

Lite nel finale della partita Lecce-Vicenza. Lo sfogo di Meggiorini: "Cosa c’entra lei? Porta rispetto"

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di Paolo Franci

Ci sono parole acuminate come dardi che possono conficcarsi nel cuore. E farti male, così male da trasformarsi in lacrime. E poco importa se sei un eroe del pallone, un astronauta o lo ’stagista’ del fornaio sotto casa. Perché se la legge raramente lo è, la mamma è, davvero, uguale per tutti. E guai a chi ce la tocca, anche solo con parole in fuorigioco. Così come è capitato a Riccardo Meggiorini. Succede tutto nel finale di Lecce-Vicenza. Partita tosta aldilà del pronostico, perché il Lecce vola verso la promozione e il Vicenza è ultimo in classifica. Sul 2-0 per i pugliesi, a due minuti dalla fine, Riccardo fa gol. Non una cosa rara per lui che è un attaccante. Si va al recupero, il Vicenza prova a fare il miracolo e l’atmosfera si scalda parecchio, finché le telecamere non pescano Meggiorini che urla al difensore sloveno del Lecce Zan Majer: "Cosa c’entra mia madre! Porta rispetto". Majer ha appena insultato Riccardo dandogli del "figlio di put...". E il 37enne attaccante del Vicenza scoppia a piangere, nel ricordo di mamma Roberta scomparsa nel marzo del 2017.

La partita finisce, le lacrime no. Lucioni, compagno di squadra di Meggiorini e l’arbitro Guida consolano il giocatore, mentre Majer è già pentito per l’accaduto. Lo sloveno chiede scusa a Riccardo, poi decide di fare ammenda pubblica sui social. A prescindere, bel gesto: "A volte in campo si dicono cose che non si pensano, solo per agonismo e nervosismo. Ma così come ho fatto personalmente a fine partita a Riccardo, voglio pubblicamente chiedere scusa". Riccardo, poco dopo, racconterà l’accaduto: "Sono intervenuto per placare una lite, sono volati insulti e quando si vanno a toccare gli affetti personali, che magari non ci sono più, può far male". E Majer? "L’importante è che sia venuto a fine partita a chiedermi scusa" è l’assoluzione di Meggiorini. Sul fatto che Riccardo sia persona profondamente sensibile è noto. Nel 2016, un anno prima della scomparsa della mamma, Meggiorini fu eroe per un giorno e anche qualcosa in più. Lui, è l’antitesi del calciatore classico, senza macchinone, velina al seguito e privè fisso alla domenica sera in discoteca. All’epoca era ancora al Chievo e viveva a Verona in centro con la sua compagna Silvia. Alle 3 del mattino si sveglia di soprassalto sente delle urla di donna: "Aiuto, lasciami, mi fai male! Lasciami!". Non ci pensa due volte: scarpe, pantaloncini, maglietta e giù in strada volando più che sul campo. Realizzerà dopo quanto avrebbe potuto essere pericoloso intervenire. Ma lui lo fa. Duecento metri a perdifiato, una spallata al ragazzo che finisce a terra. Riccardo gli blocca braccia e gambe mentre Silvia ha già chiamato i carabinieri. "Erano due ventenni. Lei continuava a piangere disperata", racconterà poi. E sulle donne: "Rispetto a prescindere, come per ogni essere umano. La violenza non deve esistere". Rispetto che era già mancato allo Juventus Stadium nel 2019, quando i tifosi della Juve insultarono pesantemente la mamma di Riccardo.

Eppure in campo se ne dicono di tutti i colori. Perché provocare l’avversario, innervosirlo, fa ormai parte del gioco. Si vantava, Antonio Cassano, di aver detto a un avversario dopo un tunnel: "Sei come tua madre, hai sempre le gambe aperte!". Fu squalificato, Leo Messi, per aver apostrofato un avversario con un "La concha de tu madre". Concha significa conchiglia, ma da tempo ha assunto ben altro significato. Nel mistero delle offese di Marco Materazzi a Zidane, espulso nella finale del Mondiale 2006, si narra che la mamma di Zizou abbia avuto un ruolo non banale. È stata bersaglio di cori pesanti, invece, la mamma di Zaniolo, che s’è ribellata rispondendo più volte via social a chi le diceva di tutto.