Giovedì 18 Aprile 2024

Lavrov ha scelto una tv italiana E il motivo c’è

Bruno

Vespa

Cosa che fa allibire le persone di buonsenso, ma tant’è.

Sgravatosi di tutto questo, Draghi può procedere teoricamente senza ostacoli nell’anno che ci separa dalle elezioni (forse proiettate in avanti di due o tre mesi rispetto alla scadenza di marzo) perché nemmeno Giuseppe Conte se la sentirà di mettere in crisi il governo in periodo di guerra. È prevedibile, tuttavia, che si acuiranno le tensioni sulla cessione di armi all’Ucraina. Su questo tema si è ricomposta la maggioranza gialloverde del 2018: Salvini è più prudente, Conte più rigido, ma entrambi pensano che armare Zelensky significa protrarre la guerra invece di accelerare la pace. Questo è assolutamente vero, con un dettaglio: senza le armi della Nato, l’Ucraina sarebbe costretta ad arrendersi e lasciare il gioco in mano a Putin, che non ha fama di essere uomo particolarmente clemente. È questo che vogliamo?

L’ultimo bizantinismo è fantastico. Il ministro della Difesa Guerini dice che le nostre armi serviranno a colpire i reparti russi che stanno massacrando la popolazione civile. Rivolta dei 5 Stelle all’idea che le nostre armi possano colpire qualcuno e capriola della Difesa che dice: mai colpiremo in territorio russo. Cinque Stelle soddisfatti, ma anche qui è sfuggito un dettaglio: Guerini non aveva mai parlato di colpire reparti russi in territorio russo. Mai la Nato lo farebbe. E ieri Conte ha rincarato la dose chiedendo un irrituale dibattito parlamentare prima della visita di Draghi a Biden martedì prossimo.

Se possiamo essere maliziosi per una volta, sospettiamo che la decisione del ministro degli Esteri russo, Lavrov, di scegliere una televisione italiana per l’intervista nasca dal fatto che tra i pugili della Nato e dell’Unione europea noi siamo quelli col sopracciglio ferito. Sul ring, l’avversario si accanisce nel colpirlo per costringere il pugile ferito all’abbandono. Sapremo restare in campo compatti fino alla fine, come sembrava dal voto parlamentare pressoché unanime sull’invio di armi?