Lavrov ammette l’attacco a Odessa "Ma rispetteremo l’accordo sul grano"

Il ministro russo: "Distrutti una nave ucraina e un deposito di missili americani"

Migration

IL CAIRO (Egitto)

"La Russia manterrà i suoi impegni sull’export dei prodotti agricoli, a prescindere dalla revoca o meno delle restrizioni applicate a Mosca". Parola di Sergei Lavrov. Secondo il ministro degli Esteri russo, dunque, l’accordo sul grano – firmato venerdì a Istanbul da Ucraina e Russia, con la mediazione di Onu e Tuchia – non sarebbe in pericolo. Una rassicurazione che è arrivata durante i colloqui avuti al Cairo con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, ma soprattutto dopo il raid di sabato al porto di Odessa, uno degli scali più importanti per l’esportazione del grano. Un attacco che la Russia aveva prima smentito, ma che ieri è stato confermato dal ministero della Difesa di Mosca: "Sono stati distrutti una nave da guerra ucraina e un deposito di missili Harpoon, forniti dagli Stati Uniti a Kiev".

Secca anche la replica di Lavrov al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui l’attacco ha distrutto la possibilità di un dialogo con Mosca: "Non abbiamo pregiudizi riguardo a una ripresa dei colloqui con Kiev su un ampio spettro di temi che vadano oltre il grano. Dipende dagli ucraini". E poi: "Abbiamo raggiunto un accordo a Istanbul. Le navi cariche di grano saranno scortate da Russia, Turchia e da un’altra parte, che sarà decisa in seguito". Ma, secondo Lavrov, l’emergenza non finirà finché "l’Occidente non rimuoverà le sanzioni alle esportazioni di cibo e fertilizzanti russi".