Giovedì 18 Aprile 2024

"Lavoro per la pace". Ma da casa Salvini, è l’ennesimo testacoda

Dal Papeete in poi, tre anni vissuti pericolosamente. Il Capitano si difende: linciato senza motivo. Giorgetti abbassa i toni: nessun dissidio. Eppure nella Lega c’è aria di resa dei conti dopo le elezioni

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di Antonella Coppari

Stavolta il Capitano rischia di perdere definitivamente i gradi. Quell’incidente, costellato da improvvidi incontri all’ambasciata russa, non si può derubricare a semplice gaffe. L’aspirante diplomatico si difende come può, cosciente del pericolo. "Sono stato linciato senza motivo: ho sempre lavorato alla luce del sole per la pace". Salta il viaggio a Mosca: "Resto in Italia: se il Pd non vuole che parta, cercherò di raggiungere un risultato telefonicamente, aspettando Letta e Di Maio". Nega che nel partito ci siano divisioni: "La Lega è compatta". A fargli da sponda, l’uomo indicato come il suo principale rivale: Giancarlo Giorgetti. "Nessun dissidio interno: saranno gli elettori a dire se siamo bravi" ha detto l’altro ieri. Per alcuni una frase di circostanza. Per altri un aiuto scontato: "È un militante la cui lealtà al partito e al leader, finché resterà tale, ricorda quella dei vecchi comunisti".

Il problema non è Giorgetti: l’incidente è troppo serio perché a porsi domande non sia lo stato maggiore, soprattutto quei rappresentanti del Nord che con la vocazione tribunizia del capo hanno sempre avuto un rapporto ambivalente. Tutto bene finché volava nei sondaggi, molto di meno ora che le rilevazioni sono sempre più dimesse, specie se poi a confermare il responso saranno le urne. Prima di quel momento tutto resterà congelato: non si può aprire una crisi nel Carroccio a un passo dal voto. Dopo, però, c’è chi lo dà per spacciato e vede la strada spianata per figure moderate, come quelle dei governatori Fedriga o Zaia. Non è detto sia cosi. Sul piano dei consensi Salvini resta il leader che ha salvato la Lega dalla scomparsa e l’elemento peserà. Ma è altrettanto vero che il Capitano ora non assomiglia nemmeno lontanamente a quello che tre anni fa vantava nei sondaggi risultati da capogiro. La discesa è stata vertiginosa. All’origine c’è il Papeete: per l’allora ministro degli Interni mettere in crisi il governo gialloverde era inevitabile dopo lo sgambetto di Conte che aveva portato i 5stelle a eleggere la Von der Leyen senza consultarlo.

Il punto era trovare il modo e il momento giusto per farlo: lui scelse il peggiore, senza accertarsi di avere una rete di protezione. Subito dopo, ci fu il disastro di Bologna: quando, in piena campagna elettorale, citofonò ad una famiglia chiedendo se ci fossero spacciatori in casa. Una bravata che gli costò probabilmente la vittoria. Nella pandemia schierarsi a fianco dei no-vax si è rivelato l’ennesimo pessimo affare, soprattutto perché – rientrato in maggioranza – si è fatto rinchiudere nella parte più scomoda: il partito di lotta e di governo. L’amicizia con Putin lo aveva messo nei guai già nel 2021, quando il suo braccio destro, Luca Morisi, fu indagato per una questione di droga. Indagine archiviata, ma la storia è tornata alla ribalta dopo l’invasione: a marzo Salvini è andato in missione in Polonia ma, arrivato a Przemy, il sindaco Wojciech Bakun, si è presentato con una maglietta con l’immagine del presidente russo e non l’ha ricevuto.

Guai grossi ma niente in confronto di quello in corso con il miraggio del viaggio a Mosca: in Europa il Ppe non vuole più sentirne parlare, e svanisce cosi la possibilità di vedere valutare la Lega come partito affidabile, almeno se paragonato alla sovranista Giorgia Meloni, abilissima nel mostrarsi leale all’alleanza atlantica. Mettiamola così: per la prima volta da quando ha conquistato la Lega Salvini rischia grosso, molto dipenderà dall’esito delle elezioni. Ma anche di più potrebbero pesare gli sviluppi di questa vicenda: il Pd farà il possibile per tenerla aperta, impedire che venga dimenticata: "L’iniziativa di Salvini ha reso l’Italia meno credibile", tuona Letta. Se ne occuperà anche il Copasir, che non ha convocato il principale responsabile dell’operazione Mosca ma solo perché, essendo parlamentare, deve essere lui a chiederlo. Per ora, ha chiesto un’informativa al sottosegretario Gabrielli, che boccia la mossa di Salvini: "L’Iniziativa spetta al governo". Poi sentirà il consulente, Capuano. Ma certo l’onda varcherà i confini del Comitato, e potrebbe travolgere il Capitano.