Giovedì 20 Marzo 2025
CLAUDIA MARIN
Cronaca

Lavoro, intervista a Gribaudo (Pd): "Tre morti al giorno, va fermata l’ecatombe. Più controlli nei cantieri"

La presidente della Commissione d’inchiesta sulla sicurezza: "Turni estenuanti, il profitto non può venire prima delle vite umane Investire in tecnologia, nel 2023 non ci si può affidare ai fonogrammi"

Roma, 14 settembre 2023 – “Con una media di tre morti al giorno sui luoghi di lavoro serve una terapia d’urto – avvisa Chiara Gribaudo, Pd, presidente della commissione parlamentare d’inchiesta su condizioni e sicurezza sul lavoro –. Bisogna fermare questa strage continua e dobbiamo chiarirci su un punto: non parliamo di errore umano, parliamo di errori semmai dis-umani figli della non adeguata attenzione alla cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro e alla subordinazione all’idea del "lavoro da fare presto" a discapito del "farlo bene"".

Come deve essere la terapia d’urto per fronteggiare la strage quotidiana?

"Diciamolo con forza: diritto alla salute e diritto al lavoro non devono entrare in conflitto. Non servono norme in più o un modulo aggiuntivo, serve correggere le distorsioni di un sistema preventivo, di formazione, di controllo e infine sanzionatorio che fa acqua da tutte le parti. Su ognuno di questi aspetti si può e si deve agire. Faccio solo un esempio concreto: la scorsa legislatura abbiamo lavorato molto per sbloccare i concorsi dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), ma le oltre 1000 assunzioni non coprono comunque il mancato ricambio generazionale e l’adeguata copertura del territorio nazionale".

Dunque, più ispettori e più controlli innanzitutto?

"Il Ministero del Lavoro deve spingere il più possibile affinché i nuovi assunti siano messi quanto prima nelle condizioni di effettuare direttamente i controlli sui cantieri e sui luoghi di lavoro, in tutti i 78 uffici territoriali e negli uffici interregionali, partendo dai settori dove le statistiche ci dicono che c’è un maggiore rischio. Questo ovviamente non sarà sufficiente, ma dà subito l’idea di uno Stato che investe sulla sicurezza e controlla che le regole vengano rispettate. Rimane poi un tema fondamentale: investire in tecnologia per investire in sicurezza, perché non può accadere che vi siano ancora meccanismi di controllo basati su fonogrammi o chiamate nel 2023 e non vi sia adeguata tecnologia su una delle infrastrutture più importanti per il Paese".

“Lavorare non è morire”, ha detto il presidente Mattarella: netto il richiamo alla responsabilità della politica e della Pubblica amministrazione.

"Le parole del presidente Mattarella ci indicano chiaramente che questa è una priorità e che deve essere una missione di tutte le istituzioni pubbliche, ma anche di quelle private. Soprattutto ora con i tanti cantieri aperti e che si apriranno, se il governo non farà ulteriori pasticci sul Pnrr".

Ma in quali fattori possono essere individuate le cause principali di questa tragica emergenza?

"È proprio a questa domanda che proverà a rispondere il lavoro della Commissione d’inchiesta alla Camera istituita solo in questa legislatura. Non mancano studi accademici e statistici sulle cause principali, però non credo che ci consentano di rispondere alla domanda successiva: come possiamo ridurre al minimo il rischio? Se guardiamo solo ai numeri dobbiamo evidenziare che la prima causa sono gli incidenti stradali, ma qui si parla di morti in itinere. Poi vengono la movimentazione delle merci, le cadute, l’uso improprio degli utensili, che ci suggeriscono che serve ancora un importante lavoro di formazione alla prevenzione. Ma non possiamo fermarci a questo".

Ci sono anche cause di sistema?

"Certo, dovremmo interrogarci più nel profondo sulle cause reali che stanno alla base: il profitto che viene prima della sicurezza, la velocità a scapito della qualità, i turni estenuanti. Insomma, dobbiamo interrogarci su come si è trasformato il lavoro negli ultimi decenni, anche perché molti lavori che 10 anni fa non c’erano oggi pesano molto sulle statistiche. Così come, cercando di non arrivare troppo tardi, dovremo prevenire l’impatto che le nuove tecnologie possono impattare sui lavoratori".

Quanto incide la precarietà del lavoro?

"Moltissimo purtroppo. L’Inail ci dice che precarietà e irregolarità non solo incidono molto sul numero di incidenti, ma anche sull’età media delle vittime. Sicuramente per combattere il fenomeno delle morti sul lavoro serve contrastare il lavoro nero, la precarietà dei contratti e i sub-appalti".