Mercoledì 24 Aprile 2024

Lavorava a chiamata: è morto in fabbrica

La storia del 19enne Samuel che preparava un monologo teatrale sulle difficoltà dei giovani. Ucciso dall’esplosione con la collega Elisabetta

dall’inviato Stefano Brogioni

GUBBIO (Perugia)

Gubbio, trentamila anime devote a San Giorgio, Sant’Ubaldo e Sant’Antonio Abate, lista a lutto i drappi della festa dei Ceri appesi ai balconi nonostante la corsa, causa pandemia, non si farà. Il lutto cittadino è la naturale risposta di una comunità laboriosa alle ultime vittime del lavoro di una settimana che è stata nera, non soltanto in Umbria.

Samuel Cuffaro aveva appena 19 anni. Come Elisabetta D’Innocenti, 52, lavorava con un contratto a chiamata alla ‘Green Genetics’, start up appena nata che si era gettata a capofitto nel business della canapa legale. Gabriele Muratori, 27 anni, e Alessandro Rossi, 32, oggi entrambi indagati, il lavoro se lo erano di fatto inventato, sfruttando le proprie conoscenze in agricoltura e pure un certo fiuto per un mercato che si sta espandendo.

L’azienda non aveva però le gambe così solide per dar lavoro stabile, e la produzione della marijuana ‘light’ andava avanti con queste assunzioni a gettone. Ne beneficiavano amici e ragazzi della cittadina. Come Samuel, che studiava e faceva teatro e avrebbe dovuto leggere una sua testimonianza che ora suona come le sue ultime parole pubbliche, o come Alessio C., di appena 17 anni, che è ricoverato al reparto grandi ustionati dell’ospedale di Cesena e lotta per restare aggrappato alla vita.

"Non mi è mancato mai nulla nella vita. Anche se potevo avere molto di più non mi lamento perché c’è tanta gente che soffre – aveva scritto Samuel per l’iniziativa ’Della stessa sostanza dei sogni’, promossa dal Teatro della fama, in programma tra ieri e oggi e annullata proprio dopo la tragedia –. Mi piace essere empatico, vedo e sento tante persone tristi e non sono contento per questo. Cerchiamo di unire tutti le nostre energie, vedrete che ne varrà la pena".

Dal punto di vista amministrativo, la procura non ha riscontrato irregolarità nei rapporti tra la ‘Green Genetics’ e i quattro operai che erano impegnati venerdì pomeriggio, quando il magazzino è stato sventrato da un’esplosione. L’inchiesta dovrà però stabilire se sono state rispettate le norme sulla sicurezza. Per depotenziare la canapa e farle contenere un principio attivo tollerato dalla legge, sono necessari alcuni passaggi chimici, che prevedono l’utilizzo anche di un gas liquido, il pentano. L’esplosione è avvenuta al primo piano del magazzino, proprio dove gli operai stavano effettuando questa lavorazione.