Mercoledì 24 Aprile 2024

Arrestata Laura Bonafede, donna di Messina Denaro. La maestra, le spese e quel linguaggio in codice

Due giorni prima della cattura del boss le telecamere l’avevano immortalata con lui in un supermercato. Indagata anche la figlia, Martina Gentile.

Palermo, 13 aprile 2023 – Va in frantumi un tassello alla volta la rete creata da Matteo Messina Denaro. Questa mattina i carabinieri del Ros hanno arrestato per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall'aver agevolato Cosa nostra Laura Bonafede, maestra e figlia dello storico boss di Campobello di Mazara, Leonardo Bonafede. Per anni sarebbe stata la donna dell’ex Primula Rossa, catturato pochi mesi fa, e farebbe parte della rete di complici che ha protetto il capomafia durante la latitanza. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dal pm della Dda Gianluca de Leo. Al momento sono in corso numerose perquisizione nella provincia di Trapani. L'operazione costituisce il proseguimento dell'indagine che il 16 gennaio ha portato all'arresto di Messina Denaro e di Giovanni Luppino, Andrea Bonafede, il medico Alfonso Tumbarello, la sorella del boss Rosalia Messina Denaro, Andrea Bonafede, Emanuele Bonafede e Ninfa Lorena Lanceri.

Sommario

Chi è Laura Bonafede

Di Laura Bonafede si era già parlato subito dopo l’arresto di Messina Denaro: due giorni prima della cattura del padrino era stata immortalata dalle videocamere mentre parlava col boss al supermercato di Campobello di Mazara.

Secondo gli inquirenti avrebbe provveduto alle necessità di vita quotidiana del latitante, gli avrebbe fatto la spesa per fargli avere rifornimenti temendo che potesse essere contagiato dal Covid e non potesse uscire. Con lui avrebbe condiviso un linguaggio cifrato per tutelare l'identità di altri protagonisti della rete di protezione del boss e curato con maniacale attenzione la sua sicurezza.

La maestra sarebbe stata, dunque, uno dei perni intorno al quale ha ruotato la clandestinità di Messina Denaro già a partire dalla metà degli anni '90.

Cugina del geometra Andrea Bonafede che ha prestato l'identità al boss, cugina del dipendente comunale, anche lui di nome Andrea Bonafede, che ha provveduto a fargli avere le ricette mediche necessarie alle terapie da affrontare per le cure del cancro, e di Emanuele Bonafede, uno dei vivandieri del padrino arrestato insieme alla moglie.

Laura Bonafede è sposata con il mafioso ergastolano Salvatore Gentile, in cella per aver commesso due efferati omicidi su ordine proprio di Messina Denaro.

Dai pizzini emerge che la maestra era fortemente interessata alle sorti della famiglia mafiosa del paese e del suo capo Franco Luppino, che la donna in codice chiamava "Perlana”, e condivideva col padrino, allora latitante, la preoccupazione che uno degli ultimi blitz antimafia che, a settembre, aveva decapitato la famiglia di Campobello e portato all'arresto di Luppino, potesse pregiudicate la latitanza del boss.

Dalle lettere si comprende che la composizione della famiglia mafiosa di Campobello, l'affidabilità dei suoi affiliati e in generale la capacità di controllo del territorio, erano argomenti che stavano molto a cuore alla Bonafede.

I pizzini

"Una volta mi dicesti: ma se persone non ce ne sono più”, scriveva riferendosi al fatto che gli arresti avevano decimato i clan e che non c'erano più gli uomini d'onore d'un tempo. “Perlana ci serviva”, diceva la donna al capomafia parlando di Luppino finito in manette. Dure le critiche rivolte a due mafiosi “Solimano” e “Pancione”, entrambi nomi in codice. Ma Pancione ”ci sta pensando da solo. mangia come un porco, nemmeno può camminare più”, diceva, sostenendo che si sarebbe ucciso prima che qualcuno fosse riuscito ad eliminarlo.

Da un brano di una lettera del 3 dicembre 2022, inoltre, si capisce che Laura Bonafede ed il latitante condividevano anche interessi economici. La donna informava Matteo Messina Denaro di prezzi e "obiettivi”, da intendersi come margini di profitto. “Da questi scarni riferimenti si coglie la condotta di sostentamento economico da parte della donna che si faceva carico per conto del latitante, della gestione di attività economiche, consentendogli così di non esporsi direttamente con il rischio di essere catturato” ritengono gli inquirenti. “Prezzo: 0,75 euro, praticamente la metà. Invece l'integro 1,50 euro. Se non ci fosse stato questo imprevisto sarebbe stato raggiunto un buon obiettivo ma va bene lo stesso”, scriveva.

Indagata anche la figlia Martina Gentile

Nel mirino degli investigatori anche Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede. È indagata per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena. La Procura aveva chiesto per la ragazza gli arresti domiciliari, ma il gip ha rigettato l'istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza pur stigmatizzando i comportamenti della giovane, legata al capomafia da un forte rapporto di affetto. Il boss, Martina e la madre avrebbero condiviso anche periodi di convivenza durante la latitanza di Messina Denaro.

Il Gip

"Laura Bonafede, dopo avere conosciuto Matteo Messina Denaro nel 1997, ha addirittura instaurato con lo stesso uno stabile rapporto quasi familiare coinvolgente anche la figlia

Martina Gentile, durato dal 2007 sino al dicembre 2017 quando venne necessariamente interrotto a seguito di un importante ennesima operazione di polizia, per poi riprendere, appena 'calmatesi le acquè negli ultimi anni sino all'arresto del latitante il 16 gennaio 2023”. Lo scrive il gip Alfredo Montalto nell'ordinanza di custodia cautelare che ha disposto il carcere per la maestra di Campobello.

Secondo Montalto “La cura quasi maniacale del latitante nella annotazione di qualsiasi accadimento della sua vita, nella tenuta di diari e quaderni in cui trascriveva anche commenti, non può fare dubitare dell'esistenza di materiale di ben altra importanza sugli affari criminali di Messina Denaro custodito in altri covi non ancora individuati (e di cui, peraltro, v'è già traccia in alcune delle corrispondenze tra il latitante e Laura Bonafede che pure mostra di conoscerli)”.