COSIMO ROSSI
Cronaca

Laura Boldrini (Pd): "Povertà di dibattito. Manca la voce dell’Ue"

L’ex presidente della Camera: assoluta miopia politica

Laura Boldrini (Pd): "Povertà di dibattito. Manca la voce dell’Ue"
Laura Boldrini (Pd): "Povertà di dibattito. Manca la voce dell’Ue"

Onorevole Laura Boldrini (Pd): lei, che prima di presiedere la Camera è stata portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, si è spiegata perché in Italia sul conflitto israelo-palestinese sia ammessa solo la tifoseria acritica per una delle parti in causa?

"Mi sembra un segnale evidente di povertà del dibattito, scarsa conoscenza della regione e di una tendenza alla polarizzazione oggi effettivamente preponderante nel nostro Paese. C’è poco spazio per un ragionamento articolato e inquadrare il tema nella sua complessità. Il che rientra nella logica di chi si schiera in modo acritico, senza mai vedere le ragioni dell’altro. E fare questo è un segno di assoluta miopia politica".

Ma come si fa a vedere le ragioni di Hamas?

"La condanna verso l’azione di Hamas è condivisa da tutti. Israele ha subito un attacco feroce e si capisce che ci sia un sentimento di rivalsa. Ma occorre una prospettiva politica e bloccare la carneficina a Gaza. Invece Netanyahu parla solo il linguaggio della guerra. Non si può pensare che i bombardamenti indiscriminati siano una cosa normale: anche in guerra esistono regole e confini oltre cui non si può andare senza commettere crimini. Un premier dovrebbe avere una strategia per uscire da questo vicolo cieco".

E non è così?

"Che vuol fare di Gaza, raderla al suolo? E poi? Netanyahu, indebolito e contestato in patria, reagisce con l’uso sproporzionato della forza e sta portando Israele, e non da ora, in una situazione senza sbocchi. Che spaventa gli stessi israeliani, i primi a chiedere conto al premier. Ci sono tre ministri che hanno minacciato le dimissioni. Ma c’è anche il ministro della sicurezza Ben-Gvir: leader dei coloni, con 50 incriminazioni e 8 condanne, che non nasconde la propria ammirazione per l’estremista di destra assassino di Rabin. E che arma i coloni per attaccare i palestinesi in Cisgiordania. Roba da Far West".

Invece esiste un’altra strada possibile?

"Ci sono una società civile israeliana e una palestinese che affermano che la guerra permanente, sempre teorizzata da Netanyahu, sia la base dell’insicurezza e credono ancora oggi nella pace: occorre dar voce a queste componenti. Finché ci sarà un’occupazione militare, nessuno sarà al sicuro. La comunità internazionale, che ha grandi responsabilità sul mancato rispetto delle risoluzioni Onu, deve intervenire subito con la richiesta di un immediato cessate il fuoco umanitario e una conferenza di pace, come proposto dal premier spagnolo Sánchez. Questa è la strada. Invece dov’è la voce dell’Unione europea, i cui membri hanno votato in tre modi diversi all’Onu?".

Tuttavia manca anche l’interlocutore dalla parte dei palestinesi...

"Abu Mazen è oggi purtroppo molto indebolito, anche perché negli anni la leadership israeliana non ha mai rispettato gli accordi di Oslo. Questo ha sfibrato l’Anp, che riconosce Israele, perché Netanyahu, sostenuto da una destra estrema, non ha mai creduto nella costituzione di uno Stato palestinese. E, insieme ad attori esterni, ha finito per rafforzare Hamas e delegittimare l’Anp".