Martedì 23 Aprile 2024

L’atto di accusa dell’ex premier "Arrestare i miei? Un’esagerazione"

Il leader di Italia Viva e la carcerazione preventiva dei genitori: "È stata considerata fuori misura dal Tribunale di Firenze"

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di Matteo

Renzi*

I rapporti tra Palamara e Creazzo non dipendono da me. Si conoscono da una vita e certo non posso sapere se si fossero spese parole di affidamento rispetto alle quali Creazzo si sentisse tradito. E non posso sapere i contenuti di quel confronto tra Palamara e Creazzo. So soltanto che in quella circostanza – secondo quanto raccontato pubblicamente dal magistrato romano – Creazzo capisce di essere fuori dalla battaglia. I suoi riferimenti si stanno dividendo: Pignatone sostiene Lo Voi, Palamara è pronto a sostenere Viola, Creazzo non ha chance. E i renziani Ermini e Ferri non lo sostengono.

Dieci giorni dopo i miei genitori sono clamorosamente arrestati, con atto firmato da Creazzo e con un’ipotesi di reato talmente bagatellare che la misura della carcerazione preventiva è considerata esagerata immediatamente dal Tribunale della libertà di Firenze. Prima però si fanno due settimane ai domiciliari con i giornalisti sotto casa e tutti i media a dare la prima pagina a questo arresto. Trattasi di coincidenze, sia chiaro. Coincidenze astrali, no? L’uomo che un tempo era ossequioso diventa il firmatario di un arresto tanto spettacolare quanto fuori misura. Cose che capitano, del tutto indipendenti dal fatto che ciò accade quando capisce di essere più debole sulla partita di Roma. Magari non c’è alcun legame tra le vicende di Roma e l’arresto dei miei genitori. Quello che è certo è che non faccio una colpa a Giuseppe Creazzo di aver chiesto l’arresto dei miei genitori: se in scienza e coscienza era convinto che fosse davvero necessario arrestare due settantenni incensurati per dei presunti pasticci amministrativi vorrà dire che questo era giusto per lui. Ma se fossi in lui non dormirei la notte. E non dormirei la notte non per Tiziano e Laura Renzi. Quello che non mi fa dormire di notte – e non dovrebbe far dormire Creazzo e i suoi – non è l’arresto dei miei. Non è aver richiesto quell’arresto. Ma è un arresto che la procura di Firenze ha rifiutato di fare nonostante i carabinieri fossero stati espliciti nel chiederglielo.

Torniamo indietro, con un’avvertenza: è una vicenda che da padre mi fa sanguinare il cuore. Come padre, non come figlio. Siamo negli stessi mesi dell’arresto dei miei genitori. La procura di Firenze, guidata da Creazzo e con Turco come aggiunto, riceve una nota dei carabinieri di Scarperia. È agli atti. È un documento che nessun giornale pubblica perché hanno paura a mettersi contro la procura di Firenze. Questa relazione viene firmata dal luogotenente Danilo Ciccarelli. Qualche anno più tardi Ciccarelli diventerà un eroe sui media nazionali per aver ritrovato e salvato un bambino di due anni allontanatosi in Mugello. In quel 2018 Ciccarelli scrive al procuratore Creazzo e per conoscenza alla compagnia dei carabinieri di Borgo San Lorenzo una dettagliata comunicazione circa le violenze che il signor Niccolò Patriarchi compie ai danni della sua ex compagna Annalisa Landi. È una storia drammatica di violenze in famiglia. I carabinieri in questo Paese sono una istituzione straordinaria. E specie nei piccoli comuni conoscono tutto, di tutti. Il carabiniere capisce che quell’uomo è violento. Il Ciccarelli teme che la violenza possa abbattersi di nuovo sulla signora Landi e soprattutto sui due figli, una di sette anni, uno di cinque mesi. Sa che quest’uomo da anni reitera minacce e violenze. E dunque mette per iscritto a Creazzo la richiesta dell’arresto domandando alla procura di "avanzare richiesta di idonea misura cautelare".

La procura di Firenze – che arresta quelli come i miei genitori per qualche fattura e tanta visibilità – non arresta il Patriarchi. Che nel giro di qualche settimana colpisce di nuovo la ex compagna e soprattutto uccide il figlio. Sarebbe bastato fermarlo, come chiedevano i carabinieri. Lì sì che servivano le misure cautelari. Ma la procura di Firenze è troppo impegnata in altri presunti reati. E lascia che un uomo uccida il figlio e ferisca la ex compagna. Nel 2022 i giornali riportano con enfasi la notizia che lo Stato italiano è condannato dalla Corte europea per i diritti dell’uomo per non aver difeso la signora Landi e suo figlio. Gli avvocati della Landi infatti ricorrono in tutte le sedi. Lo Stato italiano è condannato a pagare una pena, peraltro ridicola rispetto alla gravità del danno.

Ma chi è lo Stato italiano? Diamogli un nome. Lo Stato italiano rappresentato dall’Arma dei carabinieri e nella persona del luogotenente Ciccarelli aveva fatto il proprio dovere: aveva segnalato il problema richiedendo l’arresto del potenziale omicida. Lo Stato italiano rappresentato dalla procura di Firenze e nella persona del procuratore Creazzo aveva mancato al proprio dovere: l’arresto del Patriarchi non era importante, c’erano da arrestare altre persone.

Vi rendete conto che qui io non faccio la vittima, perché io sono un uomo fortunato. Il dramma non è il mio, che posso combattere un’ingiustizia. Il dramma è di chi, come la signora Annalisa, ha subito le violenze prima e il dolore più grande che si possa immaginare poi: l’uccisione di un figlio.

*Senatore, leader di Italia Viva