Per approfondire:
Siamo felici, abbiamo titolato ieri. Siamo felici sono le prime parole pronunciate da Roberto Mancini dopo la fine della partita. È la prima notte italiana di felicità dall’8 marzo dell’anno passato, quando Giuseppe Conte, sempre di notte, ci disse che dovevamo chiuderci in casa. Da allora abbiamo avuto tanti morti, tanta paura e qualcuno anche tanta miseria. Non sempre una partita di calcio è solo una partita di calcio. Ieri sera, quando Donnarumma ha parato l’ultimo rigore, è come se ci fossimo liberati di un peso. Ed è come se tutto un popolo abbia sentito di poter finalmente rialzare la testa. Italia-Inghilterra, dai rigori a "It's coming Rome" e Vialli: i 5 momenti indimenticabili Altre volte avevamo riempito le piazze per festeggiare una vittoria della nostra Nazionale. Ma mai così, credo. Intanto – appunto – per il lungo periodo di compressione che ha preceduto la festa. E poi per come è arrivata la vittoria. Per il modo. Per l’audacia. Gli azzurri hanno vinto in casa dei loro sfidanti, e questa casa è nientemeno che un tempio, anzi è il tempio: Wembley. Euro 2020, è festa anche in Scozia Gli inglesi avevano distribuito i biglietti in modo prepotente: novanta per cento a loro e il resto a noi, più o meno. Da giorni e giorni i loro giocatori, i loro politici, i loro tifosi vip e i loro giornalisti parlavano della finale come si parla di una formalità: da una parte loro, i maestri del football, e dunque predestinati; dall’altra gli orfanelli azzurri. Tutto era apparecchiato per la festa: e chi saranno mai questi italiani, per portar via una coppa da Londra. E invece gli italiani non solo hanno vinto, ma hanno anche rovesciato tutti i luoghi comuni che da sempre pesano su di noi. Negli anni Sessanta e Settanta forse ...
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