Mercoledì 24 Aprile 2024

Carabiniere spara alla moglie a Latina. Poi uccide le figlie e si toglie la vita

Cisterna di Latina, la donna è ricoverata in ospedale in condizioni gravissime. La coppia si stava separando

I negoziatori parlano con Luigi Capasso (a destra), che tiene in ostaggio le figlie (Ansa)

I negoziatori parlano con Luigi Capasso (a destra), che tiene in ostaggio le figlie (Ansa)

Roma, 28 febbraio 2018 - Tragedia familiare a Cisterna di Latina. Si è conclusa infatti nel peggiore dei modi la vicenda dell'appuntato dei carabinieri che, questa mattina, aveva sparato alla moglie, da cui si stava separando, e poi si era barricato in casa dove c'erano le figlie di 14 e 8 anni: l'uomo si è tolto la vita dopo aver ucciso le due bambine. Inutili le nove ore di trattative con i negoziatori delle forze dell'ordine, ignare della sorte delle due piccole anche se, sin da subito, si era temuto il peggio. In realtà, il militare le avrebbe uccise subito dopo aver sparato alla moglie.

falseLA SPARATORIA IN GARAGE - Secondo la ricostruzione dei fatti, il carabiniere Luigi Capasso, 44 anni, originario di Napoli, aveva da poco staccato dal servizio a Velletri (Roma) quando, intorno alle 5.30, si è presentato a casa della moglie, Antonietta Gargiulo, 39 anni, operaia dello stabilimento Findus di Cisterna. L'uomo ha atteso nel garage che la donna scendesse per recarsi al lavoro e le ha sparato con la pistola d'ordinanza al culmine di una lite, quindi le ha preso le chiavi di casa ed è salito nell'appartamento dove le figlie Alessia e Martina dormivano. Seppure colpita all'addome e alla mandibola, la donna è riuscita a dire ai vicini che l'hanno soccorsa: "E' stato mio marito". 

LE TRATTATIVE E LA STRAGE - "E' confuso e sotto choc. Temiamo il peggio ma non abbiamo ancora notizie definitive", aveva detto in mattinata il comandante provinciale, il colonnello Gabriele Vitagliano, in merito alla sorte delle due figlie mentre erano in corso le trattative per convincere Capasso ad arrendersi. I negoziatori hanno parlato a lungo con lui, che in più occasioni si è affacciato al balcone dell'appartamento. Dopo le 13, però, l'uomo si è rinchiuso in casa e per un'ora non ha dato più segnali. Poi si sarebbero uditi colpi di pistola e, a questo punto, le forze dell'ordine hanno effettuato irruzione: l'uomo si era suicidato. Anche le due bambine erano morte. Secondo le prime indicazioni, sarebbero state uccise subito dopo il ferimento della mamma. Una vicina di casa ha infatti raccontato di "avere sentito degli spari attorno alle 6", circa mezz'ora dopo i colpi che hanno raggiunto Antonietta Gargiulo.

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AGGREDITA ANCHE IN PASSATO - La donna intanto è ricoverata in gravissime condizioni all'ospedale San Camillo di Roma, dove è stata trasportata in eliambulanza. Secondo quanto si apprende, non è stato ancora deciso di intervenire chirurgicamente, si aspetta l'evolversi del quadro clinico. La donna è stabilizzata. Non ci sarebbe ritenzione di proiettili e questo può anche rappresentare un segnale di speranza in più, per quanto limitato in un quadro clinico molto molto serio. "La signora - ha raccontato il suo avvocato, Maria Concetta Belli - era stata aggredita con urla e schiaffi fuori dal suo luogo di lavoro il 4 settembre scorso. Tre giorni dopo ha presentato un esposto in questura ma non una denuncia in quanto temeva che il suo gesto potesse far perdere il lavoro al marito".

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I VICINI DI CASA - "Antonietta era a terra e chiedeva aiuto, gridava", ha raccontato una ragazza di venti anni, vicina di casa di Antonietta Gargiulo. "Ho avuto paura - ha continuato - ho sentito gli spari e mi sono affacciata al balcone e ho visto Antonietta in terra che urlava, Non sapevo cosa fosse successo. A chi è sceso a soccorrerla lei ha detto 'è stato mio marito'. Antonietta la conosco, è una bravissima persona. Non sapevo fossero separati". "Una famiglia tranquilla. Ogni tanto veniva a pagare qualche bolletta, una multa. Non c'era nulla che potesse far sospettare una cosa del genere", dicono invece altri abitanti della zona.  "Questa è una zona tranquilla, i palazzi sono quasi tutti di nuova costruzione. Nei condomini nemmeno si litiga", ripete un commerciante.

APPELLI SU FACEBOOK - Sulla sua pagina Facebook, il 10 febbraio scorso, il militare aveva postato la frase: "Non dire mai a me non accadrà, tutto capita anche quello che non avresti mai immaginato". E proprio attraverso il social network decine di persone hanno lanciato appelli all'uomo affinché si arrendesse e liberasse le due figlie. "Lascia le bimbe. Apri quella porta e lasciale vivere. Te lo chiediamo, pregandoti. Devono vivere. Lasciale subito", ha scritto un utente. E ancora: "Consegnati. Pagherai per quello che hai fatto, però la vita potrà ancora sorriderti. Fai un gesto di coraggio, lascia le ragazzine e consegnati".