L’assemblea del Pd Sarà sfida Bonaccini-Schlein Ma sullo sfondo resta Orlando

Inizia il lungo percorso congressuale, decisa la data delle primarie: saranno il 19 febbraio. Oggi l’ufficializzazione del governatore emiliano, le manovre tra correnti non sono finite

Migration

È stata anche una cosa divertente, a tratti. Alcuni (pochi) in presenza, alla sala Carte geografiche, e altri (i più) comodamente collegati da casa, giusto per evitarsi una giornata romana uggiosa e fredda, hanno animato l’Assemblea nazionale del Pd che doveva decidere regole e iter congressuali. Così via web sono piovute accuse da segretari di circolo e sindaci, infuriati con i capi-corrente e le loro emanazioni. Il segretario chiede l’ultimo sforzo per rilanciare il partito, ma il giudizio della base è impietoso. La connessione Internet va e viene, alcuni interventi manco si sentono, altri vengono tagliati dalla presidente dell’assise, la Cuppi, ma la maggior parte degli oratori attacca a testa bassa.

Anche tra i parlamentari tira aria di rivolta contro le correnti. Marianna Madia e Lia Quartapelle presentano un documento che chiede di cancellare le regole che mettono un trait d’union tra le tessere, i delegati, i parlamentari e le cariche ma vengono subissate di critiche e l’accusa di (ex) correntismo rimbalza pure su di loro due. Per non farsi mettere in mezzo, i capicorrente disertano i lavori dell’assemblea. Di Franceschini, Guerini, Orlando non c’è traccia, tra gli interventi. Zitti pure i vari candidati: Elly Schlein, neppure iscritta al Pd, è pure lei collegata da casa, come anche Bonaccini. Alla fine, Letta, lasciato solo, incassa il voto sulle modifiche dello statuto.

L’assemblea nazionale approva, a stragrande maggioranza (553 sì, 21 no e 36 astenuti su 610 votanti) le modifiche allo statuto del Pd che consentiranno il taglio dei tempi del congresso e pure la norma ‘salva Schlein’ che permette a chi non è iscritto al Pd di partecipare al congresso. Ma la notizia – ieri anticipata da QN – è che oggi il governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, lancia ufficialmente la sua corsa a nuovo leader dei dem da quel di Campogalliano. Definita anche la squadra di lavoro di Bonaccini: in prima fila ci sono Andrea Rossi, organizzatore dei territori, fidato braccio destro del governatore, Luigi Tosiani, segretario regionale del Pd emiliano, coordinatore della mozione sui territori, e Davide Baruffi, sottosegretario alla Presidenza della Regione, neo-coordinatore della campagna.

Quella di Bonaccini sarà la prima "vera" candidatura ufficiale. Quella di Elly Schlein, tarda ancora, ma arriverà a breve: la neo-deputata attendeva solo che il regolamento congressuale le garantisse di correre e ora è così. In realtà sono in campo altri due candidati minori (Paola De Micheli e Matteo Ricci) e un altro per adesso ’riflette’ e si ‘scalda’ in panchina: il campione della sinistra interna, Andrea Orlando, che deve decidere il da farsi. Cioè se candidarsi in proprio o appoggiare la corsa di Elly. Un busillis non di poco conto.

Altre candidature, all’orizzonte, non se ne vedono compresa quella del governatore campano, Vincenzo De Luca, che ama solo far parlare di sé. Invece, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che presto terrà un incontro nazionale con la sua rete, potrebbe convergere su Bonaccini, in cambio della promessa di diventare presidente del partito.

Tornando al – complicato – iter congressuale, il dispositivo di modifiche approvato ieri prevede: scelta del Comitato promotore che redigerà la ‘Carta dei Valori’ del nuovo Pd il 24 novembre (li decide la Direzione, i nomi), percorso costituente (fino al 22 gennaio), candidature da formalizzare entro il 27 gennaio, voto nei circoli (22 gennaio-12 febbraio), dove potranno votare, qui sta la novità, i non iscritti, confronto tra i primi due candidati usciti dal voto e, infine, primarie ‘finali’, quelle aperte, il 19 febbraio. Sempre che non slittino dopo quella data, causa le elezioni regionali (Lazio e Lombardia) che incombono.