Mercoledì 24 Aprile 2024

Lascia il terzo commissario, Calabria nel caos

Anche il professor Gaudio rinuncia all’incarico per la Sanità. E Gino Strada annuncia un accordo fra Emergency e la Protezione civile

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di Elena G. Polidori

È diventato l’ennesimo motivo di divisione dentro il governo l’affare della nomina del commissario alla Sanità calabrese, ormai nel caos. Ieri anche il terzo professionista incaricato nel giro di due settimane, il professor Eugenio Gaudio, ha rinunciato all’incarico conferitogli dal premier Conte. L’ex rettore della Sapienza ha spiegato che dietro questa scelta ci sono "motivi personali e familiari": la moglie si sarebbe rifiutata di trasferirsi a Catanzaro.

Gaudio è ancora indagato nell’inchiesta sui concorsi all’università di Catania, ma ha negato che dietro il rifiuto ci sia questa ragione: "Il procuratore di Catania ha appena fatto sapere al mio avvocato che è andato a depositare la richiesta di archiviazione per la mia presunta turbativa nei concorsi".

La palla torna dunque nelle mani del ministro della Salute, Roberto Speranza. Gaudio ha spiegato "di aver detto per tempo al ministro Speranza" della sua rinuncia, ma dal ministero hanno smentito. Fatto che spiega come la nomina di Gaudio fosse da intestare più al premier che a Speranza. Ora, però, il nodo della scelta di una figura di garanzia mentre il contagio appare fuori controllo sul territorio (ieri +680 casi), è imperativa. Salvini e il presidente della Calabria facente funzioni Spirlì sponsorizzano il professor Pellegrino Mancini, calabrese, responsabile trapianti della Regione. Girano anche i nomi del prefetto Paolo Tronca, già commissario nella Capitale e di Jacopo Marzetti, avvocato e garante dell’infanzia del Lazio. Da Leu e Pd sarebbero arrivate pressioni sull’unico soggetto rimasto in campo per l’incarico: Gino Strada di Emergency, perché ponga fine a una situazione complessa, "non nelle sue corde", fino a far trapelare una sua indisponibilità all’incarico (anche il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha detto: "Strada non va bene"). Circostanza poi smentita dallo stesso interessato: "Leggo che non sarei disponibile a fare il commissario in Calabria. Ribadisco che non ho ricevuto nessuna proposta formale e che comunicherò le mie decisioni attraverso i canali ufficiali". Col ministro Speranza che, in serata, dice: "Il contributo di Strada? Importante. Valuteremo con lui quali saranno le modalità più opportune per svolgere questo impegno".

Però par di capire, al di là delle molteplici attestazioni di stima, che Strada sia considerato più un problema che una soluzione in un momento tanto complesso per la sanità calabrese. E che anche nel governo si stia riflettendo su una diversa soluzione, quella di un manager capace di risanare "i conti", non di gestire solo l’emergenza. In questo caos s’inserisce il fermo stop di Spirlì alla nomina: "Dovrete passare sul mio corpo", ha tuonato. E a tarda sera qualcosa si è mosso. Con Strada che ha annuciato un accordo fra Emergency e la Protezione civile: "Inizieremo domani mattina (oggi, ndr) a lavorare a un progetto per la Calabria da far partire al più presto", ha detto Strada. Con questa mossa il rapporto sarà fra Gino Strada e il commissario straordinario al Covid Domenico Arcuri.