Giovedì 25 Aprile 2024

Largo a Bonomi, sindacalista d’impresa

Maurizio

Sacconi

Carlo Bonomi rappresenta probabilmente l’unica novità in uno sconsolante contesto nel quale partiti e corpi sociali appaiono bloccati da preoccupazioni autoreferenziali. Eppure la crisi economica e sociale è profonda nelle sue dimensioni attuali e prospettiche. L’economia italiana era già fragile prima del contagio che ha paralizzato la sua offerta come la domanda interna e di derivazione esterna. La disoccupazione ha già colpito la fascia di età centrale dei capifamiglia e con la fine delle misure emergenziali esploderà ulteriormente. L’impresa rimane la sola speranza se, nonostante la lentezza delle provvidenze dedicate a sostenerla nell’emergenza, potrà sopravvivere e riprendere a crescere. Ma ora occorrono un pensiero e una iniziativa pubblica dalla forte discontinuità.

Prima della crisi era dominante l’dea del controllo esasperato sulle vere e supposte patologie delle attività economiche. Ne erano derivati istituti come l’Anac e assetti regolatori pesanti. Ora si parla di semplificazione rispetto anche a ciò che sino a poco tempo fa sembrava intoccabile. La stessa pressione fiscale era stata elevata con tasse “educative” come quelle rivolte a penalizzare lo zucchero e le plastiche. Bonomi si è proposto come sindacalista d’impresa invocando un approccio nuovo fondato sulla fiducia. Quando incrocia interventi parziali e a suo parere insufficienti, lo dice senza mezzi termini chiedendo più coraggio. Non è “politicista” come i suoi predecessori, è estraneo ai palazzi romani e non cerca mediazioni al ribasso. È consapevole che solo segnali istituzionali forti potranno indurre intrapresa e investimenti. Chiede al sindacato di condividere una fase nuova nelle relazioni industriali fondata sugli accordi aziendali e territoriali. Ma la sua novità ha per ora determinato insofferenza e accuse di egoismo corporativo. Auguriamoci solo che non ceda alle pressioni e trovi ascolto.