Abu Dhabi (Emirati), 21 gennaio 2023 - "Come abbiamo messo sotto controllo la pandemia, possiamo sconfiggere i cambiamenti climatici. Servono molti soldi e molta volontà politica, serve soprattutto mettere da parte gli interessi particolari, perché questo è un problema comune. Non vogliamo fare la fine dei dinosauri, non vogliamo che i nostri nipoti leggano solo sui libri quanto era bella e unica la loro terra. Eppure io sono ancora ottimista. Le mie isole, che se nulla cambia sembrano destinate a essere sommerse, potrebbero ancora salvarsi. Ma dipende solo da voi". Così Surangel S. Whipps Jr. (in foto), presidente della repubblica di Palau, arcipelago del Pacifico a rischio di essere sommerso.
I Paesi sviluppati emettono grandi quantità di gas serra e voi ne pagate il prezzo. Alle conferenze sul clima lei ha usato parole molto dure. È servito?
"Noi paghiamo il prezzo dell’inquinamento altrui. A Glasgow dissi: ‘Meglio essere bombardati, che questa straziante agonia’. Da allora gli Usa sono tornati al tavolo, lo scorso anno alla conferenza di Sharm si è decisa la creazione di un meccanismo per le perdite subite dai Paesi in via di sviluppo. Qualche passo in avanti c’è. Ma sono piccoli e serve molto di più".
Che significa vivere in prima linea nel cambiamento climatico?
"Essere stretti in una morsa. Pensiamo ai tifoni: ne abbiamo avuti 4 negli ultimi 10 anni. Prima la ’via dei tifoni’ correva più a nord di Palau. Ogni volta che arriva un tifone distrugge case, infrastrutture, biodiversità e ogni volta dobbiamo utilizzare le nostre scarse risorse per ricostruire fino al nuovo tifone: un cane che si morde la coda. E poi c’è la crescita del livello del mare, che invade le nostre poche terre agricole. I nostri campi sono vicino al livello del mare e vengono periodicamente allagati, distruggendo i raccolti e salinizzando i terreni. E l’acidificazione colpisce le risorse ittiche e i coralli, che sono una grande risorsa turistica, per la quale siamo famosi. Il cambiamento climatico ci stringe alla gola e tra qualche decennio il mare ci sommergerà".
Cosa può cambiare il destino di Palau?
"Una rapida e massiccia transizione alle energie rinnovabili: fotovoltaico, vento, idroelettrico, biomasse. Usiamo la tecnologia. Dobbiamo abbandonare in massa le fonti fossili, riducendo le emissioni del 50% al 2030. Non dobbiamo rinviare a domani le scelte che sono fattibili oggi. L’agenzia internazionale sulle rinnovabili, l’Irena, ha chiarito che la transizione alla rinnovabili è realistica e può mantenere il riscaldamento entro 1.5 gradi. Ma gli sforzi che stiamo facendo vanno triplicati, questa è la sfida. Sennò noi scompariremo e dopo di noi toccherà ad altri Paesi".