Mercoledì 24 Aprile 2024

L’appello del boss al giudice "Ho fallito, porti via mio figlio"

Sarà affidato a una comunità fuori dalla Sicilia. La lettera del capomafia:. "Non considerarmi un mito"

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"Dottore, la prego, tenga lontano mio figlio da quel maledetto quartiere". È la richiesta di aiuto di un boss al 41bis, avanzata al presidente del Tribunale di Catania, Roberto Di Bella, in un colloquio, per l’allontanamento dal ragazzo dalla Sicilia e l’affidamento a una comunità protetta fuori dall’Isola. Il figlio 14enne, primogenito del boss si era già candidato a prendere il posto del padre nel clan. Adesso è stato allontanato da Catania grazie al progetto ‘Liberi di scegliere’. E il padre dopo il colloquio gli ha mandato una lettera. "Ha scritto ‘rispetta tutte le indicazioni che ti danno in comunità – racconta il magistrato – e, soprattutto, non mi considerare un mito, ma un fallimento’".

"Durante il colloquio, mi ha parlato della sua sofferenza – dice Di Bella – mi ha raccontato del dolore che prova nel non potere abbracciare i suoi figli, può incontrarli esclusivamente dietro al vetro blindato del 41 bis". Il giudice gli ha "proposto un patto educativo" per "evitare a suo figlio la sofferenza che sta provando lei". "A Catania si sono fatte avanti anche due madri – rivela Di Bella –, erano destinatarie di misure cautelari. Hanno chiesto di essere aiutate a lasciare coi figli i contesti di origine. E così è scattato il protocollo ‘Liberi di scegliere’ che prevede un percorso di accompagnamento e sostegno dall’associazione Libera, per un nuovo inserimento, anche lavorativo". A Catania c’è una nuova iniziativa: chi non manda i figli a scuola perde il reddito di cittadinanza e altri sussidi legati alla scolarizzazione. Il Tribunale ha già fatto le prime segnalazioni all’Inps.