Martedì 16 Aprile 2024

Migranti, Lapo Elkann: "Non mi piace Salvini, Ong servono". Replica: "Parole stupefacenti"

L'imprenditore attacca: "Vergognosa l'assenza delle istituzioni per la tragedia di Lampedusa"

Lapo Elkann (Ansa)

Lapo Elkann interviene alla 3/a edizione del convegno nazionale Sos Dislessia dal titolo "Guardare, provare, imparare.

Palermo, 10 ottobre 2019 - Botta e risposta a distanza tra Lapo Elkann e Matteo Salvini. L'imprenditore si è infatti espresso duramente nei confronti dell'ex ministro. "Non mi piace l'atteggiamento. Non mi piace il suo comportamento sul tema dei migranti perché temo sia distruttivo e non costruttivo", ha detto da Palermo, dove ha presentato un progetto di collaborazione tra la fondazione Laps (di cui è presidente) e la Croce Rossa Italiana. 

"Penso che tutto si possa fare e si possa dire e ognuno può aver le proprie opinioni ma la realtà dei fatti è che quello serve non è un no o un sì ma un processo di costruzione", ha proseguito definendo poi "abbastanza vergognoso che nessuna delle istituzioni fosse presente a Lampedusa per la tragedia di migranti che si è consumata". "Da italiano mi intristisce, noi paghiamo i politici e loro devono essere presenti", ha aggiunto plaudendo alla Sicilia "terra di accoglienza". Quanto alle Ong, "i sono a favore, dal momento in cui lo scopo è costruttivo e sono portatrici di aiuto al prossimo - ha detto ancora -. La realtà dei fatti è che ce n'è bisogno".

La risposta di Salvini a Elkann

Laconica la risposta di Matteo Salvini sui giudizi espressi di Lapo Elkann. "Dichiarazioni stupefacenti", ha detto il leader della Lega. Dichiarazione a cui lo stesso imprenditore. "Non c'è da parte mia alcuna polemica di qualunque tipo nei confronti di Salvini e nemmeno della politica. Né ho voglia di entrare in quel territorio che non mi interessa. E, soprattutto, non ho alcuna intenzione di legarmi con la politica come hanno fatto certi imprenditori", ha detto l'erede di casa Agnelli. "Aggiungo soltanto che, parlando con tutto il rispetto per Salvini e per altri, ho avuto il privilegio di lavorare per due anni come assistente di Henry Kissinger, premio Nobel per la Pace e personalità con un altro cervello rispetto a certi politici. Dunque, con tutto il rispetto per loro, penso che il suo cervello a confronto del loro sia giocare in serie A... altro è giocare in serie D...".

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