L’antisionismo che imbarazza il centrosinistra

David

Allegranti

n cosa credete di più: legittimità dello Stato di Israele, alieni o al mollicato di Mauairedd? E perché proprio al mollicato?". Il post su Facebook, datato 2020, è firmato da Raffaele La Regina, segretario regionale del Pd Basilicata, candidato alle elezioni politiche del 25 settembre. La Regina, classe 1993, uomo di fiducia del vicesegretario del Pd Peppe Provenzano, di cui è stato assistente al ministero per il Sud, è uno dei quattro giovani under 35 lanciati in pompa magna da Enrico Letta, la cui selezione all’ingresso delle liste del Pd sarebbe da rivedere. Il giovane candidato, che si presenta come "studioso" nella bio su Twitter (l’account Facebook nel frattempo è stato cancellato), si è difeso spiegando che quello era "un meme che distrattamente e superficialmente" aveva "rilanciato" su un gruppo privato. "Si trattava di satira, non di una posizione politica. Un gesto comunque sbagliato, per cui chiedo scusa". A parte che il post era scritto di suo pugno e non "rilanciato" – qualsiasi cosa voglia dire – ma, giusto per capire, la satira in che cosa consisterebbe? Ha dunque ragione la presidente della Comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, quando dice che "candidare i giovani in Parlamento è una scelta di valore, se i candidati portano idee innovative. Se bisogna leggere tesi di odio che negano il diritto d’Israele a esistere allora abbiamo un grande problema".

Essere giovani, come si capisce ancora una volta, non è garanzia di niente. Anche da quelle parti – come dappertutto – i cialtroni non mancano. Non avevamo certo bisogno del candidato La Regina per capire che l’antisionismo è un problema trasversale, ancora comune in parte della sinistra. "Solidarietà al popolo Palestinese, No Pasaran!", dice La Regina, che accusa Israele di essere un invasore. Ma dopo la corrente thailandese il Pd ha davvero bisogno anche della corrente iraniana?