L’anno inatteso che ha cambiato le nostre vite

Bruno

Vespa

Alla fine del 2021 il mondo e l’Italia erano assai diversi da oggi. Il mondo non prevedeva una guerra nel cuore dell’Europa senza che s’intraveda una tregua dopo dieci mesi di combattimenti. Non prevedeva le stragi in Ucraina e il drammatico indebolimento politico della Russia destinata a diventare un satellite della Cina. In Italia – essendo certificata l’indisponibilità di Mattarella alla conferma – il centrodestra sperava di conquistare per la prima volta il Quirinale e il centrosinistra di consolidare la sua lunga permanenza al Colle sperando che il nuovo presidente prolungasse la legislatura fino al limite estremo di giugno 2023 in tempo per evitare che un probabile governo di centrodestra guidasse il gioco delle nomine strategiche negli enti pubblici previste per aprile. Confermato a sorpresa Mattarella (con il voto decisivo di Salvini, che lo ha preferito a Casini, mentre Draghi – candidato naturale – fu sempre fuori gioco ), la rivolta di Giorgia Meloni e non solo ottenne che si votasse in marzo 2023. Ma poiché il diavolo impegnò la sua coda, Conte fece cadere il governo in luglio. Draghi e Letta rifiutarono la proposta del centrodestra di sostituire con uomini propri i grillini dimissionari, si andò alle elezioni anticipate di settembre che videro la forte affermazione di Giorgia Meloni, prima persona di destra e prima donna ad entrare a palazzo Chigi. In due mesi di governo, la Meloni ha avuto un buon accreditamento internazionale (due lunghi incontri con Biden e Xi) e il consenso dei mercati.

Pur nella miseria di una legge di bilancio povera, ha dato segnali che vanno molto al di là del circuito della destra ex missina, essendo la riforma della giustizia, dell’abuso d’ufficio, del codice degli appalti, della gestione dei migranti e del reddito di cittadinanza un’antica aspirazione del mondo moderato. Accontentiamoci di chiudere così un ‘annus horribilis’. Del futuro riparleremo.