Martedì 16 Aprile 2024

L’angelo con la divisa Una giovane vola verso la morte E lui la salva: "Ma non sono un eroe"

La 20enne, turista olandese, ha tentato di togliersi la vita. Il poliziotto: "Ho agito d’istinto, dovevo fermarla"

Alberto Crispo

Alberto Crispo

di Davide Rondoni

Venezia, si sa, mette pensieri spesso meravigliosi. Ma anche malinconici. Anche la ragazza olandese salvata dall’agente di polizia Alberto Crispo, 29 anni, forse è stata attratta da questa strana mescolanza di bellezza e pianto. Un mix che può dare il capogiro. Fino a farla salire, con tutto il suo strano dolore, la sua segreta disperazione in corpo su una impalcatura vicino alla Stazione e penzolare nel vuoto per buttarsi. Ma è arrivato lui, il poliziotto Crispo, è arrivato da Matera, da un’altra citta strana e magica di quest Italia sempre ferita che non muore, come diceva Marinetti, anche lui spirato a Venezia.

È arrivato il poliziotto, che lavora lì ma è arrivato da sud, è arrivato con il coraggio, la prontezza, la velocità, è arrivato con l’amore dei suoi due figli piccoli addosso, è arrivato con la divisa che molti disprezzano e invece lui ama, con l’adrenalina dell’uomo d’azione. È arrivato in tempo. Mentre lei staccava il braccio lui l’ha afferrato. E rischiando anche la sua vita, ha tirato indietro la ragazza. Ha sottratto al vuoto la giovane vita di lei. Questo si vede chairo nelle scene come al solito riprese da un videoamatore. A Venezia, ovviamente, cellulari e fotocamere pronti a riprendere non mancano.

Quel che nessun video può mostrare è il perché una giovane sceglie di tentare quel gesto. Mistero dei misteri, la vita che va contro se stessa. Certo grazie ai video vediamo lei penzolare con il suo vestito colorato contro il cielo azzurro pallido e macchiato di nuvole. Certo, sentiamo le grida della folla sotto, ma non sentiamo le voci nella testa della ragazza. Sentiamo i commenti degli spettatori (uno dice proprio "no...ma cosa sto vedendo"), ma non sentiamo battere il cuore di Crispo mentre sale sperando di fare in tempo.

Il visibile è molto, ma l’invisibile è di più. Crediamo di conoscere la vita perché la fissiamo con mille immagini, dai microscopi ai telescopi, fino agli apparecchi portatili. Venezia è una città del visibile, la fotografano tutti. Ma la conoscono ? Venezia, prodigio del visibile, ci insegna che la vita è anche teatro dell’invisibile. Al momento non sappiamo se la ragazza ha scelto Venezia per fare quel che voleva fare. O se l’ha deciso lì per lì. Forse lo racconterà. Ma a noi spetta fare i conti con questa scena, con il visibile e però considerare e rispettare quanto invisibile ci passa sotto gli occhi quando guardiamo una ragazza, quando guardiamo un poliziotto.

Forse suicidarsi a Venezia e in quel modo è più teatrale che farlo nel segreto di una stanza in Olanda. Forse lei voleva dare un messaggio tremendo e forte. Forse voleva aggiungere qualcosa di teatrale al suo gesto misterioso e violento. Ma non aveva previsto il poliziotto Crispo. Non aveva previsto quelle braccia che la salvano dal vuoto. O forse cercava da sempre braccia così, braccia che la tirassero indietro dal vuoto che ingoiava la sua vita. Ci sono angeli sopra Berlino, ma anche angeli che si arrampicano sulle impalcature di Venezia.

Strana città, che ci affascina per le sue meraviglie e che ha un rapporto strano con la morte. Città che rischia lei stessa di morire. E che però è abitata da strani angeli che vengono da Sud e volano a salvare le ragazze.