L’anarchico a Opera per le cure "Rifiuterà il cibo anche lì"

Cospito ha lasciato la Sardegna per il carcere lombardo, dotato di strutture sanitarie più adeguate. L’amministrazione penitenziaria: scelta di autotutela. Da Zerocalcare a Celestini, gli artisti che lo difendono

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di Giovanni Rossi

Trasferito d’urgenza "in via prudenziale". Alfredo Cospito lascia il carcere di Bancali (Sassari). Da ieri è a Opera (Milano), la casa di reclusione più grande d’Italia, dotata di adeguate strutture sanitarie. Il 55enne anarchico nato a Pescara e radicalizzatosi in Piemonte, sottoposto al regime cautelare di carcere duro del 41 bis e da cento giorni in sciopero della fame con potenziale rischio di fibrillazione cardiaca, adesso è ospite del Sai (Servizio assistenza intensificata), il raggio destinato alla degenza dei malati. Come sta? "Sabato è riuscito a sostenere un colloquio di un paio d’ore: all’apparenza non così male, per un uomo passato da 120 a 70 chili", si meraviglia l’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini.

Anche in questo giro di giostra la vita di Cospito ruota attorno al potassio: Kn03 (nitrato di potassio: essenziale in tutti i fumogeni) era il nome della sua prima testata anarchica; l’ipokaliemia (il basso livello di potassio nel sangue) è invece il fattore chimico-clinico che ha consigliato il suo trasferimento in una struttura più idonea, secondo il report della cardiologa Angelica Milia. Da Opera, se la situazione dovesse peggiorare nonostante la terapia d’urgenza di reidratazione dei sali, il recluso in regime di carcere duro sarebbe infatti immediatamente trasferito all’ospedale San Paolo. La corretta mossa in autotutela dell’amministrazione penitenziaria attenua ma non risolve il problema. Perché a Opera Cospito "non accetterà cibo e continuerà sicuramente lo sciopero della fame", anticipa il legale.

Due le istanze per annullare il 41 bis disposto il 4 maggio 2022 dall’ex Guardasigilli Marta Cartabia e mai modificato dal Tribunale di sorveglianza di Roma: una richiesta di revoca amministrativa all’attuale ministro della Giustizia Carlo Nordio; una richiesta di annullamento giudiziario presentata alla Cassazione. Le date da cerchiare in rosso sono domenica 12 febbraio, quando scadrà il termine per la risposta di Nordio, e martedì 7 marzo, giorno della decisione della Cassazione (anticipata in ragione delle condizioni del recluso).

Già condannato a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, ad di Ansaldo Nucleare a Genova nel 2012, e poi a 20 anni in appello a Torino per il precedente attentato esplosivo alla Scuola Allievi Carabinieri di Fossano nel 2006 (nessuna vittima), l’esponente del Fai-Fri (Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale), rischia l’ergastolo ostativo dopo che la Cassazione ha riqualificato l’imputazione per Fossano in strage contro la sicurezza dello Stato. Ma col processo sospeso in attesa della Consulta, è lo sciopero della fame avviato da Cospito a orientare il dibattito. "Bisogna domandarci – osserva il Garante detenuti Mauro Palma – se per Cospito serva il 41 bis o se non possa bastare una censura rispetto a forme di comunicazione".

E dopo il fumettista Zerocalcare, anche molti artisti, da Valerio Mastandrea a Jasmine Trinca, da Ascanio Celestini ai 99 Posse, scendono in campo per sollecitare una scelta di Nordio (pubblicamente tacciato di "inerzia e indifferenza") "per evitare che Cospito metta in gioco la sua vita". Tra chi si schiera contro l’applicazione del 41 bis al leader del Fai-Fri, emerge l’idea di una sproporzione tra l’accusa della Cassazione di aver commesso a Fossano un atto "più grave di Capaci e via D’Amelio" e la realtà di un attentato che invece "non ha causato né morti né feriti". Il 7 gennaio scorso 38 giuristi e intellettuali, da Massimo Cacciari a Don Luigi Ciotti, dall’ex pm di Mani Pulite Gherardo Colombo al presidente dell’Unione Camere penali Giandomenico Caiazza, avevano sollecitato il Guardasigilli "a un gesto di umanità e coraggio". Sabato a Roma nuova manifestazione di anarchici e attivisti con partenza da Piazza Vittorio.