Per approfondire:
L’emergenza più immediata per il gas (ieri a 125 euro a megawattora, in crescita del 4% sul giorno precedente) ha un nome: stoccaggi per l’autunno-inverno, "la sfida più rilevante", avvisa il ministro Stefano Cingolani. Ma per la creazione di scorte per non rimanere a secco nei periodi più delicati, si deve agire subito. Come? Acquisti prudenziali crescenti dei gruppi industriali del settore, garanzia pubblica per eventuali perdite sul prezzo, rilancio delle centrali a carbone, possibili tagli programmati dell’elettricità alle aziende energivore e interruzioni o blackout ugualmente calendarizzati nelle grandi città, riduzione della pubblica illuminazione. E utilizzo razionato dell’aria condizionata. Sciolto o congelato il Cts per il Coronavirus, è quello per il gas, chiamato ’Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del sistema gas naturale’ (Ctem) e costituito al ministero della Transizione green, a dare le direttive lungo le quali si muoverà il governo e che oggi saranno dettagliate alle imprese fornitrici (Eni e Enel, in testa) in una riunione ad hoc convocata dal ministro Stefano Cingolani. L’Italia resta in pre-allarme L’Italia non dovrebbe passare dal livello di pre-allarme o "early warning" a quello di allarme o "alert" sul gas. È questo il parere del Cts. La situazione è molto chiara, il monitoraggio è già alto "stante l’attuale livello della domanda e la possibilità di adottare le misure preventive necessarie". Come dire: si può agire con le azioni che servono senza dover salire di livello. L’ultima parola spetta a Cingolani e a Palazzo Chigi: e andrà tenuto conto che il governo tedesco si appresta a passare al secondo livello. Non dimenticando che c’è anche un terzo livello, quello di emergenza ("emergency"), nel quale si interrompe il funzionamento del mercato e si opera in maniera dirigistica, con misure straordinarie. Stoccaggio a rischio È vero che dal Ctem fanno sapere di "aver fatto ...
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