Mercoledì 24 Aprile 2024

Lampedusa è al collasso Sbarchi a raffica e cinque morti In Sicilia 1.200 arrivi in 24 ore

Soccorsi delle Ong anche al largo della Libia. Salvini promette: "Tornerà il controllo dei confini"

Migration

di Giovanni Rossi

Il Mediterraneo rovente consegna all’Italia nuovi sbarchi di migranti. Uomini, donne, bambini. Arrivati su piccoli natanti, prelevati da gommoni, salvati in mare aperto da militari italiani e ong. Un’accelerazione vorticosa che produce numeri impressionanti. Dopo 24 ore di partenze dalla Tunisia e dalla Libia, oltre 1.200 nuovi migranti (670 sbarcati a Messina e 535 a Lampedusa) assiepano i centri d’accoglienza di Lampedusa, Messina, Catania, Portopalo, Crotone, sovraffollati e con temperature estreme, mentre altri 623 salvati dalla Ocean Viking e Sea Watch attendono porti sicuri in via di individuazione. La macchina dell’accoglienza moltiplica gli sforzi, ma l’emergenza è già nei fatti. E i cinque cadaveri in attesa di identificazione all’obitorio del Policlinico di Messina – con le cause del decesso ancora da accertare – testimoniano un livello di rischio in ascesa. Favorevoli condizioni meteo (mare piatto, tempo stupendo) ed elezioni alle porte (con slogan sovranisti già nell’aria) spingono scafisti e disperati alla sfida. "Il 25 settembre gli italiani potranno finalmente scegliere di cambiare: tornano sicurezza, coraggio e controllo dei confini", tuona il leader leghista Matteo Salvini.

La cronaca spiccia offre un necessario bagno di realtà. La legge del mare – con i suoi obblighi di soccorso – agevola i protagonisti di rotte audaci e differenziate. Illuminante il caso di Lampedusa: una raffica di 15 mini sbarchi e 26 arrivi in 24 ore per un totale di 535 migranti (dopo i 350 del giorno precedente). Il primo mini sbarco avviene a Cala Pisana con 4 tunisini su un gommone di due metri. Poco dopo la Guardia di finanza avvista e soccorre a mezzo miglio dalla costa dell’isola un barcone di 13 metri con 123 pakistani, bengalesi, egiziani e sudanesi partito da Zawija (Libia). La stessa motovedetta, prima di rientrare in porto, vede un barcone di 6 metri, partito da Zarzis (Tunisia), con a bordo 14 tunisini. Altro intervento. Poi a 4 miglia da Capo Ponente appare un natante con 33 siriani ed egiziani. E così via, h 24, senza soluzione di continuità. Per tutti (tunisini, egiziani, siriani, afghani, pakistani, sudanesi, etiopi, somali, nigeriani, senegalesi ed eritrei) scattano visite mediche, identificazione e trasferimento all’hot spot di Contrada Imbriacola con quasi 1.300 ospiti a fronte di una capienza di 350. Per salvare l’agibilità, in 123 vengono trasferiti a Porto Empedocle nella notte via traghetto.

Sono quasi tutti in buona condizione, dopo lo sbarco a Messina, i 674 migranti di varie nazionalità soccorsi in area Sar italiana a 124 miglia dalle nostre coste, in un peschereccio alla deriva partito dalla Libia. Drammatiche le fasi del salvataggio, con uomini e donne finiti in acqua e recuperati. Ora serve un porto sicuro per i 428 migranti salvati in cinque distinte operazioni al largo della Libia dalla tedesca Sea Watch 3. Una donna incinta di 9 mesi col marito e un paziente con gravi ustioni sono prelevati e trasportati a Lampedusa. Chiede un approdo veloce anche la motonave Ocean Viking di Sos Méditerranée, con 195 migranti a bordo, dopo aver soccorso un gommone in acque internazionali con 87 uomini e donne senza giubbotto di salvataggio, 58 dei quali minori non accompagnati. Una barca di ragazzi.