Giovedì 25 Aprile 2024

L’allarme sottovalutato sul somalo. Il ministro a Rimini, bufera politica

La Croce rossa aveva segnalato inutilmente alla prefettura il pericolo. Salvini attacca la Lamorgese: si deve dimettere

Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese

Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese

La bufera non si placa, con la Lega che rialza i toni contro il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, da tempo nel mirino, e Fratelli d’Italia che ne chiede apertamente le dimissioni. Anche perché un fatto pare assodato: l’uomo che ha seminato il terrore a Rimini non ha agito in presa a un raptus occasionale ma nei giorni scorsi (è arrivato il 25 agosto) aveva già dato segnali preoccupanti.

"Il richiedente asilo Somane Duula – rivela Rita Rolfo, presidente del comitato provinciale della Croce Rossa di Rimini – aveva messo in atto comportamenti aggressivi, che il responsabile del nostro centro di Riccione aveva segnalato in prefettura, prima con una telefonata informale e poi con una pec (posta elettronica certificata, ndr) formale: è una procedura che per noi è abbastanza rara, perché di solito riusciamo a contenere il disagio, ma che era in questo caso doverosa. Ma non spetta certo a noi prendere, o decidere, misure restrittive".

"Come mai – incalza il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi – un richiedente asilo che a quanto pare aveva già dato segni di violenza e di alterazione girava liberamente?". Cosa ha fatto, o non ha fatto, la prefettura?

Per capirlo oggi salirà a Rimini il ministro dell’Interno, che sia pur non entrando nel merito di eventuali responsabilità parla di "episodio gravissimo" e annuncia la sua partecipazione al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Ciò non basta a Salvini, che ribadisce la richiesta di un faccia a faccia alla presenza di Draghi, "garante del governo e dell’Italia", e spara ad alzo zero. "Quell’immigrato aveva fatto domanda di asilo in Italia – dice –. Con i Decreti Sicurezza, il delinquente che ieri ha terrorizzato Rimini rischierebbe l’espulsione in tempi rapidi. Episodi come questi danneggiano la vita delle persone e l’immagine del governo e dell’Italia, non il dibattito politico come lamenta la Lamorgese. Tra rave, sbarchi senza sosta e clandestini violenti, è spaventoso che l’unica preoccupazione del ministro siano le critiche della Lega. Se non può, non sa o non vuole fare il suo lavoro, lo lasci fare a qualcun altro".

E le critiche arrivano anche dall’interno del Viminale, con il sottosegretario Nicola Molteni. Quanto avvenuto a Rimini, secondo l’esponente leghista, "conferma che la politica dell’accoglienza senza regole e senza una vera integrazione è un fallimento totale".

Per il deputato e coordinatore della Direzione nazionale di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, "il ministro dell’Interno non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani: deve dimettersi subito. Rimini è la conferma della pericolosità delle politiche sull’immigrazione adottate dal capo del Viminale con l’avallo della maggioranza giallorossa che sostiene il Governo Draghi".

"Quelli alla Lamorgese – replica la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi – sono attacchi pretestuosi. La Ministra, come ribadito anche dal premier Draghi, è una donna delle Istituzioni. Salvini la attacca per ragioni esclusivamente elettorali perché sente il fiato sul collo della Meloni. Consiglio a Salvini di non minare l’azione dell’esecutivo perché quando attacca una ministra che lavora bene non attacca solo la Lamorgese ma tutto il governo".

E anche i pentastellati si schierano a sua difesa. "Il grave episodio di violenza accaduto a Rimini – osserva il presidente del M5S, Giuseppe Conte – ci impone di alzare la soglia di attenzione e di impegno per rendere le nostre città più sicure. Ma questi obiettivi non si raggiungono sciorinando facili slogan. L’immigrato in questione è arrivato nel 2015 e ha girato mezza Europa, gli sbarchi in Italia non c’entrano nulla".

Non la pensa così la presidente dei senatori di Forza Italia, Annamaria Bernini. "Mentre gli sbarchi sulle nostre coste proseguono senza sosta, le nostre città devono fare i conti con un’immigrazione incontrollata. Gli accoltellamenti di Rimini sono solo la punta di un iceberg che va assolutamente posto sotto controllo. Accogliendo dopo rigorose verifiche gli immigrati che fuggono da guerre e persecuzioni, ma arginando con fermezza l’immigrazione irregolare".