L’allarme dei sindaci "Servono altri 600 milioni o il sistema non reggerà"

Biffoni (Anci): "Per accogliere una persona spendiamo dai 50 ai 60 euro. Bisognerebbe premiare i Comuni più virtuosi concedendo risorse aggiuntive"

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"Se gli sbarchi dei migranti continueranno con questo trend, il sistema dell’accoglienza non reggerà. Per far fronte all’emergenza servono almeno 600 milioni di euro in più. E se le cose dovessero peggiorare, si farà presto a superare il miliardo". Non usa mezzi termini Matteo Biffoni, delegato Anci all’Immigrazione e sindaco di Prato, che guarda con preoccupazione ai tanti nuovi sbarchi delle ultime settimane. D’altronde i Comuni sono in prima linea in fatto di accoglienza e le risorse messe a disposizione non sono sufficienti a coprire la nuova ondata.

Sindaco, come è arrivato a calcolare la cifra di 600 milioni?

"Semplice, basta fare il conto della serva. Se per l’accoglienza di ogni migrante adulto servono dai 50 ai 60 euro a testa al giorno e gli sbarchi continuano con questo trend si fa presto ad arrivare al miliardo. E si tenga conto che per l’accoglienza di persone con patologie, malati psichiatrici o minori stranieri non accompagnati il costo sale fino a 100 euro al giorno".

I numeri sono preoccupanti?

"Molto. Fra inizio gennaio e il 20 marzo sono arrivati in Italia 20.000 migranti. Nello stesso periodo del 2021 e del 2022 erano poco più di seimila. Se si continua di questo passo, a fine anno conteremo 200mila migranti da prendere in carico".

Perché c’è questo picco?

"Se fossimo cinici potremmo chiederlo al governo: 20mila sbarchi in quasi tre mesi contro i seimila di un anno fa. I numeri dimostrano come non dipenda dall’esecutivo, è un’emergenza che ci si trova ad affrontare, al di là del colore politico. E i Comuni da soli non ce la fanno".

Se il sistema non regge, allora può avere un senso limitare i flussi?

"Da sindaco e delegato Anci non posso esprimermi su quello che succede in mare, anche se, secondo me, prima di tutto la gente si salva. Mi interesso di quello che accade quando le persone sono sul territorio. L’immigrazione è un tema più serio e complesso della campagna elettorale. Ci siamo incartati sulle Ong quando è dimostrato che fanno entrare solo l’11% del totale dei migranti. Spero che questa materia esca finalmente dalla discussione elettorale. O abbiamo la forza di rimpatriarli o dobbiamo gestirli".

Se gli sbarchi non si fermano, come si migliora il sistema dell’accoglienza?

"Prima di tutto cambiando la legge. È vecchia come ha detto sul vostro giornale lo stesso Gianfranco Fini, ideatore del testo unico sull’immigrazione".

Come si può cambiare?

"Modificando la lettura dei flussi, dicendo che si entra in maniera legale, ridefinendo il sistema dei permessi di soggiorno in base a quelle che sono le condizioni di vita di quelle persone. Serve un sistema efficace per riconoscere il diritto a rimanere o meno sul territorio, senza dimenticare che spetterebbe allo Stato decidere, cosa che mi sembra non stia succedendo neanche con questo Governo. Bisogna facilitare la regolarizzazione per chi è sul territorio e lavora, prevedere una serie di accordi con i Paesi di partenza, fare politiche che consentono la pianificazione e favorire un percorso di integrazione investendo sulla mediazione".

Ma il peso sui Comuni resterebbe lo stesso.

"Il sistema deve essere potenziato mettendo risorse e dando premialità a quei Comuni (più di 2mila realtà) che fanno accoglienza. Ad esempio, a te che accogli do 100.000 euro per rifare i giardini o il tetto della scuola".

Come sindaci avete chiesto anche più posti nei Sai.

"Sì, serve una organizzazione diffusa, un numero ridotto dei Cas e dei Centri per l’accoglienza e soprattutto un’attenzione particolare ai minori non accompagnati. Un’organizzazione in grado di funzionare, cioè operatori qualificati, centri piccoli e diffusi e risorse economiche per fare i bandi di gara che consentano a tutti gli operatori di partecipare".

Laura Natoli