di Elena G. Polidori Forse ci saranno delle deroghe alla tagliola del secondo mandato, forse Giuseppe Conte, alla fine, la spunterà sul diktat draconiano di Beppe Grillo. Sta di fatto che in casa grillina c’è ancora molto da definire sul fronte elettorale. Anche se il tempo stringe. Ieri il leader grillino ha cercato di mettere alcuni paletti ("andremo con il nostro simbolo classico – ha chiarito – forti delle regole, come quelle sul secondo mandato, che vanno preservate, ma non so ancora se mi candiderò e se sì, dove, quel che è certo è che le scaramucce tra Letta e Calenda non mi appassionano e anzi il Pd si è accordato con la Lega e Forza Italia per farci fuori"), ma quello che resta sul terreno è la diaspora ancora in corso che segna gli ultimi fuochi a 5 stelle. A Montecitorio hanno lasciato anche Niccolò Invidia e Federica Dieni proprio mentre Grillo, attraverso il suo blog, attaccava ancora i transfughi senza sconti: "Sono tutti zombie". L’Elevato ha assemblato e postato su Facebook l’immagine di un album di figurine, con in copertina i visi di Luigi Di Maio, Davide Crippa e Laura Castelli trasfigurati a mo’, appunto, di zombie. Accanto, ha pubblicato le foto (normali) di chi ha sbattuto la porta: da Vincenzo Spadafora a Carla Ruocco, da Lucia Azzolina a Pierpaolo Sileri. In tutto, una settantina di figurine. Nel mirino di Grillo, dunque, non ci sono solo gli ultimi fuoriusciti, quelli che hanno fatto più rumore,come Federico D’Incà e Alessandra Carbonaro, o la truppa di Luigi Di Maio, ma anche chi ha preso altre strade da tempo, come Emilio Carelli, uscito da M5s nel febbraio 2021 e da metà luglio confluito nel gruppo del ministro degli Esteri. "È da tempo che le decisioni prese dai vertici – ha scritto la deputata ...
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