Martedì 16 Aprile 2024

L’agonia di Alika Quattro minuti di botte senza nessun aiuto Finito a mani nude

Il nigeriano aggredito per aver sfiorato la ragazza del killer: lei non se ne era accorta, l’altro ha sfogato la furia omicida. L’arresto è avvenuto grazie a un passante che ha seguito l’assassino

Migration

di Paola Pagnanelli

CIVITANOVA (Macerata)

Quattro minuti di botte, prese da lottatore, gambe che si divincolano con sempre meno forza e mani che si stringono intorno al collo. Quattro minuti è durata l’agonia di Alika Ogorchukwu, il 39enne di origini nigeriane ucciso venerdì, alle 14 lungo il corso principale di Civitanova Marche, dal salernitano 31enne Filippo Claudio Giuseppe Ferlazzo. Quattro minuti filmati da una ragazza, con un video che sembra un videogioco splatter è invece la realtà. Una violenza incomprensibile, scaturita da una semplice richiesta di elemosina.

Lo ha confermato alla polizia la giovane civitanovese compagna di Ferlazzo. I due erano andati insieme in centro, diretti a un negozio. In corso Umberto I avevano incrociato Ogorchukwu. Appoggiandosi alla sua stampella, lui si era avvicinato, aveva detto: "Ragazzi". Solo una parola. Ma lei che lo conosceva già, visto che lui spesso chiedeva l’elemosina in città, lo aveva stoppato subito: "No". Il nigeriano si era avvicinato ancora, le aveva toccato un braccio per insistere. Ma lei aveva tirato dritto ed era entrata nel negozio. Lì, Ferlazzo le aveva chiesto se lui l’avesse toccata, se le avesse preso il braccio. Lei lo aveva liquidato, non ci aveva neppure fatto caso. Invece il salernitano no.

È uscito dal negozio, ha rintracciato Ogorchukwu, che era poco più avanti, gli ha tolto la stampella dalle mani e l’ha usata per colpirlo. Poi lo ha buttato a terra, lo ha bloccato come in un combattimento di quelli che si vedono in tv e gli ha stretto le mani intorno al collo fino a ucciderlo. Quando ormai il nigeriano era immobile sul marciapiedi, Ferlazzo si è rialzato e si è allontanato. Ma le persone che erano lì non lo avevano perso di vista. Una ragazza aveva filmato tutto – e quelle immagini sono state utilissime alla procura -, un uomo aveva chiamato la polizia e un altro ha seguito l’assassino. Così, quando pochi istanti dopo sono accorsi gli agenti del Commissariato, ha potuto indicare loro dove fosse e chi fosse, facendolo arrestare. Di quello che era successo per strada, la ragazza non sapeva nulla, fino a quando non è uscita, ha visto l’ambulante a terra, la polizia.

È rimasta lì seduta per ore, senza dire nulla, mentre una poliziotta e poi il personale del 118 tentavano di rianimare Ogorchukwu, e poi mentre gli agenti facevano tutti i rilievi, fino a quando non l’hanno accompagnata al commissariato. "Il razzismo in questa brutta vicenda non c’entra nulla" hanno detto ieri il commissario capo Matteo Luconi e il commissario capo Fabio Mazza, comandanti rispettivamente della Squadra mobile di Macerata e del Commissariato di Civitanova. "Tutto sembra essere nato da una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell’aggressore nei confronti della vittima che gli stava chiedendo l’elemosina", hanno chiarito i due dirigenti.