L’agente nero pestato dai colleghi ’razzisti’ Adesso li comanderà lui

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La sua è un’amara e bella storia americana, finita bene. Michael Cox, 57 anni, afroamericano, dal 15 agosto sarà il primo comandante nero della polizia di Boston. Sostituirà Dennis White, il precedente police commissioner licenziato un anno fa per violenze nei confronti della moglie. A 24 anni, quando era un giovane agente, durante un’operazione di polizia Cox, che era in borghese, venne pestato a sangue dai suoi stessi colleghi bianchi che lo scambiarono per un rapinatore e lo lasciarono in una pozza di sangue. Non gli credettero quando lui si qualificò dicendo che era uno di loro. Cox rimase ricoverato diversi mesi in ospedale con ferite multiple, ma quando riprese conoscenza e si accorse che il dipartimento di polizia aveva descritto l’incidente non come un pestaggio o uno scambio di persona, ma come una scivolata di Cox su una lastra di ghiaccio, il giovane poliziotto iniziò la sua battaglia giudiziaria contro i suoi superiori che volevano insabbiare tutto e contro l’omertà degli altri agenti. La verità in tribunale non venne mai fuori. Cox, per punizione, fu trasferito nel dipartimento di Ann Harbor in Michigan.

Ora, 25 anni dopo, toccherà a lui riformare l’intero corpo di polizia della città, portandolo a un più attento rispetto dei diritti civili e razziali. Lo ha scelto Micehlle Wu la prima sindaca asiatica e progressista da poco eletta a capo della più grande città del Massachussets, per decenni feudo incontrastato dei Kennedy. Ma Boston oltre a conservare le eccellenze di Harvard e dell’Mit, ha anche il più antico corpo di polizia del Paese, fondato nel 1854 e formato oggi da oltre 21.00 agenti in uniforme e 800 civili. La polizia bostoniana però, in auto o in bicicletta, è nota anche per la vena piuttosto razzista dei suoi agenti, dove prevale la dominante irlandese e bianca che spesso ha mantenuto intrecci misteriosi e non chiari con le potenti mafie locali. Adesso ci penserà Cox.

Giampaolo Pioli