Mercoledì 24 Aprile 2024

L’afroamericano e l’asiatica Svolta a New York e Boston

Metropoli ai dem, il nuovo sindaco della Grande Mela è l’ex poliziotto Adams. Michelle Wu prima donna alla guida della capitale del Massachusetts

Migration

di Giampaolo

Pioli

Svolta nelle metropoli americane, che restano dem. New Yorksi affida a un sindaco afroamericano, mentre Boston sarà guidata per la prima volta nella storia da una donna, per giunta di origini asiatiche.

Non appena è stata annunciata la sua vittoria, Eric Adams, 61 anni, si è tolto il piccolo orecchino dall’orecchio sinistro. Sarà il secondo sindaco di colore nella storia di New York. Non male per uno che a 14 anni faceva parte di una gang di Brooklyn, salvo poi, a laurea conseguita, diventare capitano della polizia. Il neo sindaco della Grande Mela scommette sulla sicurezza per rilanciare la città e traghettarla fuori da una pandemia che ne ha spento le luci e l’ha svuotata, rendendola anche più violenta.

Sulle orme di Michael Bloomberg, uno dei primi cittadini più popolari della storia di New York, Adams vuole indossare anche i panni di nanny e puntare sulla salute: forte del suo essere

vegano intende infatti promuovere uno stile alimentare sano e salutista nelle scuole, proteggendo le nuove generazioni. All’orizzonte comunque non si profila nessuna drastica iniziativa stile-Bloomberg – dal divieto delle sigarette ai limiti alle bevande zuccherate – ma più un’azione di moral suasion per educare i giovanissimi, come mostrato dal suo sostegno pieno alla campagna Meatless Monday, ovvero niente carne il lunedì, appoggiata dalla giunta di Bill de Blasio. I benefici di un’alimentazione sana Adams li conosce alla perfezione: costretto a dire addio all’hamburger e al junk food a causa del suo diabete che gli stava costando la vista, Adams ha abbracciato la dieta vegana "non senza sacrifici", come ha ammesso lui stesso. Ma i risultati, nel suo caso, sono stati notevoli: è riuscito a correggere il diabete, a recuperare la vista e a risolvere altri problemi di salute.

È un bel percorso anche quello di Michelle Wu, avvocata progressista di 36 anni figlia di immigrati taiwanesi. Delfina della senatrice Elisabeth Warren, è diventata la prima donna, nonché la prima asiatica, a ricoprire la carica di sindaco di Boston, una città dove i bianchi sono diventati ormai minoranza.

Quando Michelle Wu aveva 23 anni, subito dopo la laurea ad Harvard, non pensò a una luminosa carriera da avvocato a nove zeri, ma a occuparsi della madre, immigrata di Taiwan, in preda a problemi mentali, e delle due sorelle minori. Allora Wu, per pagarsi da vivere, aprì uno

spazio libreria e té, dove si potevano acquistare aromi orientali e una copia de Il Grande Gatsby o Il ritratto di Dorian Gray. Ma per molti Michelle era l’"asiatica".

Peraltro, Wu alle elezioni di Boston ha avuto la meglio in una sfida storica. La candidata sconfitta, infatti, è la consigliera comunale Annissa Essaibi George, figlia di immigrati tunisini e polacchi. La Wu l’ha spuntata grazie al sostegno dei giovani elettori di sinistra di Boston e dei residenti neri, asiatici e latini. "Da ogni angolo della nostra città, Boston ha fatto sentire la sua voce", ha detto a una folla esultante nel South End della città. "Siamo pronti a cogliere il momento. Siamo pronti a essere una Boston per tutti", ha detto dopo la vittoria. Dagli anni Trenta Boston è stata guidata da una serie ininterrotta di uomini irlandesi americani o italoamericani.

A Pittsburg le urne hanno portato alla vittoria un altro sindaco afro-americano, Ed Gainey; a Minneapolis invece è stato bocciato con largo margine il referendum per "non finanziare la polizia", promosso dai movimenti democratici più radicali e dal Black lives matter dopo l’uccisione di George Floyd ad opera di un agente che gli ha tenuto il ginocchio sul collo per 9 minuti. A confermare il ritorno del voto conservatore, c’è anche la vittoria risicatissima dei Dem in New Jersey: una conferma per un soffio (50% contro 49%) del governatore uscente Phil Murphy contro il repubblicano Jack Ciattarelli.