Lady Gucci contro Lady Gaga "Non ha voluto incontrarmi"

La popstar nel film-kolossal impersona Patrizia Reggiani condannata come mandante dell’omicidio del marito

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Protagonista e (perché no?) diva. Infastidita e forse anche qualcosa di più per non essere stata interpellata, consultata, coinvolta per il film Gucci – con Lady Gaga a impersonarla e attorno un cast stellare – che Ridley Scott ha iniziato a girare a Milano. Patrizia Martinelli Reggiani tiene la scena, la reclama. Lo fa da donna ormai completamente libera da qualche anno, dopo averne scontati diciassette dei ventisei della condanna come mandante (ruolo sempre respinto) dell’omicidio del marito, lo stilista Maurizio Gucci. Assistita dall’avvocato Daniele Pizzi ha chiuso anche le pendenze residue. "Sono alquanto infastidita del fatto che Lady Gaga mi stia interpretando nel nuovo film di Ridley Scott senza neppure avuto l’accortezza e la sensibilità di venire a incontrami. Non è per una questione economica, personalmente non prenderò un solo centesimo, ma di buon senso: credo che ogni bravo attore debba prima conoscere dal vivo il personaggio che va a interpretare. Oltre che di rispetto: non trovo giusto che si stia realizzando un film su di me senza che io sia stata in alcun modo contattata, specialmente quando vedo Lady Gaga entrare nel camerino con scritto Patrizia. E dico questo con tutta la simpatia e l’apprezzamento che ho per lei sia come cantante sia come attrice". Un invito. "Credo che per riuscire a interpretarmi al meglio sia davvero fondamentale che Lady Gaga venga a conoscermi personalmente. Posso infatti assicurarle che Patrizia Reggiani è molto di più rispetto a ciò che lei avrà letto e visto, o che le avranno raccontato i suoi autori: io stessa, ancora oggi, non ho terminato di scoprirmi e lo continuo a fare giorno dopo giorno". Un apprezzamento finale, una spruzzatina di zucchero, da Lady a Lady. "Lo stile e il look del film mi piacciono tantissimo, anche se certamente, se Ridley Scott mi coinvolgesse, potrei dare diversi consigli per migliorarli ancora di più. Del resto chi meglio di me può conoscere me stessa e la mia storia?". Come a dire: gentile Stefani Joanna Angelina Germanotta, se vuoi interpretami al meglio, vieni a conoscermi. E si congeda così, con un ragionamento di logica quasi cartesiana, questa donna che, varcata la soglia della settantina, non smette di reclamare un ruolo da protagonista. Anche perché lo è stata.

Gabriele Moroni