Sabato 20 Aprile 2024

Lacrimogeni sui migranti, linea dura di Varsavia

La polizia polacca apre anche gli idranti per bloccare il passaggio dei profughi dalla Bielorussia. Mosca al fianco di Lukashenko

Migration

di Elena Comelli

Sale la tensione fra Bruxelles e Varsavia, mentre si consuma la tragedia umanitaria al confine con la Bielorussia, dove da giorni sono bloccati migliaia di migranti che chiedono di entrare in Europa, accolti dal lancio di gas lacrimogeni da parte della Polonia. Bruxelles sta cercando di contenere la crisi finanziando il governo polacco con oltre 100 milioni di euro per la protezione delle sue frontiere. "La posizione della Commissione europea è che i fondi Ue non debbano essere usati per costruire i muri", ha precisato però il portavoce dell’esecutivo comunitario, Eric Mamer, dopo l’annuncio di Varsavia di voler costruire un muro al confine con la Bielorussia. Minsk ha reagito accusando la Polonia di voler "aggravare ulteriormente la situazione e soffocare qualsiasi progresso verso un accordo" che ponga fine alla crisi. Al contrario, dalle cancellerie europee è arrivata una nuova condanna al regime bielorusso, mentre Mosca ha preso le parti dello storico alleato Lukashenko. "L’utilizzo degli idranti è inaccettabile".

Sono circa 4.000 i profughi attualmente ammassati al confine, che grazie all’opera di mediazione di Angela Merkel con il governo di Alexander Lukashenko dovrebbero essere accolti in un centro logistico vicino al valico di frontiera di Bruzgi. In ballo c’è anche la disputa che va avanti da anni sullo stato di diritto. Ieri è arrivata la pronuncia della Corte di Giustizia europea, che ha definito fuorilegge il potere del guardasigilli polacco di trasferire i giudici, minandone l’indipendenza. "Il diritto dell’Unione osta al regime in vigore in Polonia che consente al ministro della Giustizia di distaccare i giudici presso organi giurisdizionali penali superiori, distacco al quale tale ministro, che è al contempo procuratore generale, può porre fine in qualsiasi momento senza motivazione", è il parere dei giudici del Lussemburgo. Alla sentenza è seguita un’altra forte presa di posizione del Parlamento europeo, che in una lettera alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, chiede di non approvare il Pnrr polacco, fino a quando Varsavia non avrà soddisfatto tutte le condizioni, in particolare sull’indipendenza dei giudici. Una sfida che la Polonia rischia di pagare cara, vista anche la multa record da un milione di euro al giorno per il mancato rispetto delle misure provvisorie della Corte Ue sulla camera disciplinare. La tecnica è sempre la stessa: convincere Varsavia usando l’arma più efficace, i soldi.