Mercoledì 24 Aprile 2024

L’accusa: così l’ex di Epstein adescava le prede

Al via il processo a Ghislaine Maxwell, complice del magnate morto suicida. La pm: "Traffico sessuale di minori, rischia 80 anni"

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di Giampaolo Pioli

È magra, impassibile, e il suo volto quasi scompare dietro la mascherina bianca che deve portare durante il dibattimento. Compirà 60 anni sul banco degli accusati. Al tribunale di Brooklyn non sono ammesse le telecamere per quello che può diventare nelle prossime sei settimane il processo dell’anno contro l’ereditiera britannica Ghislaine Maxwell, accusata di traffico sessuale di minori e di essere stata la procacciatrice delle ragazzine anche di 14 anni per il suo ex fidanzato Jeffrey Epstein, suicida in carcere a Manhattan due anni fa.

"Prese di mira come prede ragazze vulnerabili, le manipolò e le servì perché fossero abusate": così la procuratrice Lara Pomerantz nelle sue dichiarazioni di apertura nel processo contro Ghislaine Maxwell, accusata di traffico sessuale di minori a favore del suo ex fidanzato, il finanziere Epstein. Pomerantz ha descritto Mazwell come "essenziale" per gli abusi di Epstein sulle ragazze, provando ad anticipare la replica della difesa che la donna era all’oscuro dei reati. A tremare, però, oltre a Ghislaine, che se verrà ritenuta colpevole di tutti i sei capi di imputazione rischia fino a 80 anni di carcere, è la New York che conta: dall’ex presidente Bill Clinton, buon frequentatore e amico di Epstein a Manhattan e ai Caraibi, a Bill Gates, che ha ammesso di averlo frequentato intensamente, per arrivare al principe Andrea, figlio della regina Elisabetta II, accusato di aver fatto sesso con una delle minorenni che Epstein e Ghislaine mettevano a disposizione. Dopo quello che ha portato un anno fa alla pesante condanna di Harvey Weinstein (l’ex boss della Miramax) per abusi sessuali, grazie alla campagna del movimento #Metoo che ha incoraggiato tante donne a testimoniare, questo è il secondo processo storico sostenuto dal movimento, che però stavolta vede una donna sul banco degli imputati.

La Maxwell si è sempre dichiarata innocente, ma ha già trascorso in carcere in isolamento più di 500 giorni, dopo essere stata arrestata in una villa del Massachussets con tre telefonini e tre diversi passaporti, tutti validi. I fatti risalgono a episodi di adescamento che vanno dal 1994 al 2004 in Florida e a New York, e alcuni coinvolgono ragazzine minorenni, attratte col miraggio del denaro facile o delle scuole private pagate dal miliardario pedofilo. La Maxwell era innamorata di Epstein: è stata sua fidanzata per qualche tempo, ma pur di non lasciarlo si era trasformata in una sorta di assistente, consigliera, amica e complice, incaricata di procurare le giovani massaggiatrici intime (fra cui minorenni) che Jeffrey voleva a tutti i costi. Solo una delle quattro testimoni al processo ha accettato di presentarsi col proprio nome.

Annie Farmer che oggi fa la psicologa e ha una famiglia, lo ha fatto come atto di principio per superare la lontana violenza subita. Era stata trascinata con una scusa nel ranch di Epstein in Arizona, ma si era trovata sola con Jeffrey che la toccava e Ghislaine che guardava o partecipava ai massaggi erotici. La Farmer, come la altre ragazze, venne pagata per non sporgere denuncia. Col #Metoo hanno trovato la forza per denunciare gli abusi che, trattandosi di minorenni, non hanno prescrizione. Così sono scattate le manette sia per Epstein, due anni fa, sia per Ghislaine, l’anno scorso.