L’accordo sul grano Ucraina e Russia firmano Ma evitano la foto insieme

Il nuovo patto sbloccherà milioni di tonnellate rimaste nei porti per la guerra . Decisiva la mediazione di Onu ed Erdogan: "Fermata la fame nel mondo"

Migration

ROMA

Dopo 419 giorni di guerra un ministro russo e uno ucraino – quello della difesa di Mosca, Sergei Shoigu e quello dei trasporti di Kiev, Oleksandr Kubrakov – hanno trovato un accordo negoziale settoriale, seppure siglando due accordi distinti con le Nazioni Unite ed evitando la foto assieme. L’intesa per l’esportazione del grano del mais e dell’olio di girasole ucraino – 25 miliardi di tonnellate – firmata a Istanbul, sotto l’egida del presidente turco Tayyip Erdogan, non è stata raggiunta direttamente tra Ucraina e Russia, ma tramite le Nazioni Unite e la supervisione della Turchia. Ma è un segnale importante e non solo perchè disinnesca una possibile crisi alimentare in Africa e Medio Oriente e perchè riporterà i prezzi dei cereali a livelli pre guerra.

Il punto è che dà un segnale che un tavolo negoziale è possibile. Per Erdogan è un indubbio successo, anche se per la pace la strada è ancora lunghissima. "È una giornata storica, abbiamo risolto una crisi alimentare mondiale ed evitato l’incubo della fame nel mondo" ha detto Erdogan, spiegando che nei prossimi giorni – sarà necessario attenderne almeno una decina – si riattiveranno le rotte commerciali dall’Ucraina. "La messa in pratica e la supervisione di questo piano sarà portato avanti da un centro di coordinamento congiunto da istituire a Istanbul", ha spiegato con orgoglio Erdogan. "Speriamo – ha sottolineato il presidente turco – che si riapra uno spiraglio per la pace". "Si accende un faro di speranza nel Mar Mero – ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres – e dobbiamo fare in modo che ci guidi verso il raggiungimento della pace". Esulta l’Unione Europea, soddisfatte ma più misurate Usa e Gran Bretagna

Tre saranno i porti da dove partiranno i prodotti agricoli ucraini: Odessa, Yuzhny e Chornomorsk. Assieme potranno far partire 3 milioni di tonnellate al mese. Secondo la versione dell’accordo firmata e resa nota dall’Ucraina, il piano resterà valido 120 giorni e potrà essere rinnovato se necessario, mentre il centro di coordinamento da istituire a Istanbul sarà composto da rappresentanti di Russia, Ucraina, Turchia e Onu che formeranno anche squadre per ispezionare le navi – in aree designate da Ankara –, assicurandosi che non trasportino carichi non autorizzati, punto su cui Mosca aveva fatto pressioni nei giorni scorsi chiedendo che le imbarcazioni non spostassero armi. "Le parti non condurranno attacchi contro navi mercantili, navi civili e i porti coinvolti da questa iniziativa", si legge nel testo, secondo cui mezzi militari non potranno avvicinarsi alle navi commerciali in transito nei corridoi.

"La Russia – ha assicurato il ministro della difesa Sergey Shoigu – ha assunto degli obblighi che sono chiaramente enunciati in questo documento. Non approfitteremo dello sminamento e dell’apertura dei porti". Vedremo se così sarà. I mercati sembrano credersi e le quotazioni hanno segnato un altro calo (grano duro -2.87%, grano tenero -3.4%), a livelli pre guerra. E non è un risultato da poco.

Alessandro Farruggia