Giovedì 25 Aprile 2024

L’abbraccio di popolo continua A San Pietro record di presenze E arrivano i leader identitari

Nei primi due giorni oltre 135mila i fedeli in fila per rendere omaggio alla salma di Benedetto XVI. Giunte in Vaticano le delegazioni di Paesi con un cattolicesimo tradizionalista, da Orban al polacco Duda

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di Giovanni Rossi

Centotrentacinquemila visite in due giorni. E oggi, dalle 7 alle 19, le ultime dodici ore di esposizione prima del funerale solenne di domani in piazza San Pietro. La salma di Benedetto XVI, primo Papa emerito della Chiesa, attrae un flusso ininterrotto di fedeli. Questa processione dai numeri inattesi – che unisce capi di governo, gente comune, e turisti incuriositi – proietta valori identitari, partecipazione religiosa, cordoglio sentito. Una presenza che si moltiplica e al tempo stesso dilata la figura di Joseph Ratzinger oltre ogni sedimentata rappresentazione. Il profilo del teologo colto e rigoroso, stretto tra il carisma planetario di Giovanni Paolo II e l’energica semplicità di Francesco, improvvisamente scompare. E il quadro frontale che deriva dalla morte a 95 anni attiva un trasporto collettivo e insospettato: mai goduto, perlomeno in queste proporzioni, né da Papa né da Emerito.

A manifestarsi non è solo quella parte di politica identitariamente connessa ai temi e alle priorità presidiati da Ratzinger in vita. Il premier ungherese Viktor Orbàn che si raccoglie in preghiera a San Pietro, accompagnato dalla moglie Anikó Lévai con rituale veletta, non è certo una sorpresa. Come non lo sono le visite del presidente del Senato Ignazio La Russa, del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dell’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andrii Yurash. C’è qualcosa di meno scontato, forse di più profondo, che si avverte nella fila ondeggiante per entrare in Basilica: qualcosa che va oltre il tentativo – già evidente – delle alte gerarchie vaticane non allineate a Francesco di promuovere, proprio a partire dalla scomparsa di Benedetto XVI, un’agenda alternativa alla visione politica del pontefice in carica. Una torsione alle porte, se raffrontata alla leale cooperazione di Benedetto con Francesco.

Le rose bianche sull’altare del sagrato che fanno da cornice ai fedeli in coda sono il dettaglio di giornata ai preparativi quasi ultimati per le esequie di domani alle 9.30: presiedute da Papa Francesco e celebrate dal cardinale Giovanni Re, decano del collegio cardinalizio. Nonostante le delegazioni ufficiali previste dal cerimoniale siano solo quella italiana e tedesca – guidate dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dal presidente della Germania Frank-Walter Steinmeier e dal cancelliere Olaf Scholz – numerose personalità politiche straniere saranno in piazza, dai reali Filippo del Belgio con la consorte Mathilde d’Udekem d’Acoz, ai presidenti di Polonia e Ungheria, Andrzej Duda e Katalin Novak.

Già censiti e georeferenziati i leader religiosi, con massicci arrivi dalle chiese orientali. Confermano la presenza il patriarca di Antiochia Ignazio Youssef III Younan, il metropolita della Chiesa russa Antonij di Volokolamsk, il metropolita del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli Emmanuel di Calcedonia, il metropolita Ignatios di Dimitriade per la Chiesa ortodossa di Grecia, il metropolita Gennadios per il Patriarcato Greco ortodosso di Alessandria. Sicuramente ospiti anche l’arcivescovo anglicano Ian Ernest rappresentante di Canterbury presso la Santa Sede, il vicesegretario Samuel Chianga a nome dell’Alleanza evangelica mondiale, il vescovo austriaco Heinrich Lederleitner per le Chiese Vetero cattoliche dell’Unione di Utrecht. Al termine del rito, il feretro lascerà piazza San Pietro per raggiungere le Grotte vaticane dove Benedetto XVI sarà tumulato durante una cerimonia privata nella nicchia che ospitò fino al 2011 la salma di Giovanni Paolo II.

Sono attese al funerale tra 70mila e 80mila persone. I 60mila fedeli previsti dalla Prefettura, anche alla luce delle presenze sottostimate sulle visite a San Pietro, potrebbero infatti essere superati in caso di mobilitazione dalle parrocchie, in un giorno che è sì lavorativo ma anche pre festivo. I mille agenti in campo garantiranno le operazioni di filtraggio e accesso allo spazio perfetto racchiuso dal colonnato del Bernini. Nonostante le esequie, gli uffici della Santa sede resteranno aperti. Un segnale, a ben vedere: non sembra aria di "Santo subito" come ipotizzato dagli ultrà di Benedetto XVI, la Chiesa deve andare avanti. Chi tra i curiali in servizio vorrà assistere alle esequie ovviamente potrà assentarsi, però informando i superiori.