L’abbraccio dei giovani ciellini Lo acclamano, lui si commuove

Il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, ha pubblicato sui social una foto del momento in cui stringe la mano a Mario Draghi. "Un grande. Una bussola per l’Italia di oggi e per l’Italia che verrà". Un’altra foto scattata al Meeting è quella che i volontari definiscono "l’istantanea di una giornata memorabile". Ci sono loro stessi, i volontari, e il premier sorridente. È stato accolto così, Draghi: dagli applausi, lunghi e ripetuti prima, durante e dopo il suo intervento, e dai grazie.

Ha conquistato tutti. E il popolo di Comunione e liberazione sembra aver conquistato lui. Più volte, dal palco, il presidente del Consiglio si è fermato a osservare il pubblico. Una pausa, per godersi quegli applausi. "Grazie per l’accoglienza calorosa che mi avete riservato". Draghi era già stato al Meeting nel 2020, in piena emergenza Covid, quando aveva da poco dismesso i panni di presidente della Bce. Chi c’era anche allora giura che non c’è alcun confronto possibile. "Stavolta ha parlato da primo ministro in carica, sottolineando tutto il lavoro che è stato svolto per risollevare l’Italia". Alle porte, esattamente tra un mese, ci sono le elezioni. "Il discorso del presidente è stato bellissimo, a tratti emozionante – dice Lauro, volontario del Meeting –. Però è sembrato un discorso d’addio. E questo dispiace".

Già, ma allora Draghi ha davvero conquistato il popolo di Comunione e liberazione? "Sì, lo ha fatto. Ma lui ha conquistato tutta l’Italia. Lo ha dimostrato nei mesi in cui è stato al governo".

Il premier ha parlato a lungo dei giovani. Ce n’erano tanti in sala. Qualcuno è arrivato a Rimini apposta per ascoltarlo, altri hanno seguito tutti gli appuntamenti del Meeting e non hanno dubbi: "L’incontro con il presidente del Consiglio è stato il momento più bello di quest’edizione. Draghi ha parlato di noi ragazzi, ci ha dato speranza, fiducia. È stato stupendo".

Molti hanno notato come il presidente "in alcuni frangenti" si sia "quasi commosso". Entusiasta è Giorgio Vittadini, presidente della fondazione per la sussidiarietà: "Noi siamo draghiani. La gente mi pare che lo abbia fatto capire". Foto, strette di mano e un coro di "grazie" hanno accompagnato il presidente del Consiglio. Poi lo scatto con i volontari, prima di salire in auto e lasciare Rimini. L’istantanea di una giornata memorabile.

Giuseppe Catapano