Martedì 23 Aprile 2024

La vivandiera e la cotta per il boss. I pizzini d’amore: "Sei il mio regalo"

La donna (arrestata con il marito) ospitava Messina Denaro. La gelosia dell’altra pretendente del capomafia

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Un femminaro. Una mosca bianca nell’universo di Cosa nostra dove i padrini appartengono a tribù monogame. Invece lui, Matteo Messina Denaro, detto Diaboilik perché da giovane sognava di piazzare due mitra sul frontale della sua Alfa 164, come nei fumetti delle sorelle Giussani, era tutto uno "chemanfù" come dicono i napoletani per indicare uno che se la tira con le donne. Profumato, capi griffati e patacche d’oro al polso il padrino di Castelvetrano non era molto amato dai colleghi.

Il vecchio boss di Trapani, Vincenzo Virga, padrino di un’altra epoca, lo bollava sprezzantemente: u mafius tutto sticchio e cuasette di sita (un mafioso tutto sesso e calze di seta). In compenso Matteo piaceva e molto alle donne, tante da averne un album pieno. L’ultima, arrestata proprio ieri, era la vivandiera che lui chiamava Diletta ma che in realtà è Lorena Ninfa Lanceri, 48 anni, accusata di aver favorito la latitanza del boss, di avergli cucinato prelibatezze e di averlo fotografato in una posa da Scarface: sigarone in una mano e Cognac nell’altra. Ecco cosa dice in un pizzino la cuciniera che non nasconde di provare del tenero per lui: "Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare, facendomi un regalo in gran stile. Quel regalo sei tu". E ancora: "Penso che qualsiasi donna nell’averti accanto si senta speciale ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini".

Una dichiarazione in piena regola che fa ingelosire un’altra spasimante, Laura Bonafede, figlia del capomafia di Campobello, peraltro non coinvolta nell’indagine. "Mi ha dato molto fastidio che eri a casa sua, non posso negarlo". Pizzini che riempiono ormai i fascicoli di indagini con gli inquirenti che cercano di capire chi sono quelli a cui il boss di Castelvetrano ha affibbiato soprannomi curiosi come faceva Giovanni Verga nei Malavoglia. Così troviamo l’"affetta formaggio", il "bagnino", e il "condor" personaggi ancora sconosciuti ma che hanno ruotato come satelliti intorno a Matteo Messina Denaro, aiutandolo nella trentennale latitanza a chilometro zero. Fra di essi forse anche una talpa, nascosto tra i nomi in codice nei bigliettini a casa della sorella Rosalia: Ciliegia, Reparto, Parmigiano, Malato, Complicato. Diletta-Lorena non era solo la sua appassionata vivandiera, ma gli teneva compagnia dal 2017 quando bevevano insieme il the con i biscottini al burro, gli poi assicurava la somministrazione delle medicine e evitava che venisse disturbato da presenze inattese. Un legame di fiducia che lo aveva convinto a diventare il padrino di cresima del figlio e a regalargli un Rolex da 6 mila euro. A Sonia, una ignara amica incontrata in chemioterapia aveva confidato: "Il ragazzo non è come la madre, lei è molto intelligente. Lui invece è un po’ andato. Lo bocciano sempre a tutti gli esami e nonostante questo mi dice sempre che vuole vendersi l’appartamento che gli ha comprato la madre a Palermo. Ti rendi conto la pazzia dei giovani d’oggi?".

Dopo gli ultimi arresti si completa la collezione di signore soggiogate dal fascino dark del padrino di Castelvetrano. Si racconta che le portasse in giro, al ristorante stellato o in discoteca, indossando giacche firmate, catenoni d’oro massiccio al collo, mocassini lucidissimi e jeans strizzati: un gagà, niente da dire, anche se poi ammazzava e faceva stragi. Il suo vero amore, dicono i "messinologi", è stato quello con Maria Nesi, che nei pizzini lui chiamava ‘Tecla’. La relazione cominciò nel ’94, mentre aveva in piedi il rapporto con Francesca Alagna (la madre della figlia Lorenza) e con Angela. Lei gli scriveva: "Ho voglia di darti tantissimi baci, mi manchi un mondo".