La vittima Doriano Furceri, accuse e intrighi amorosi. Il maresciallo era stato trasferito

Era stato spostato da Lecco lo scorso anno: nel suo curriculum spicca una missione in Kosovo

Scritte anonime sui muri

Scritte anonime sui muri

Asso (Como), 28 ottobre 2022 - Fisico possente, petto in fuori, schiena dritta e atteggiamento altero. Dava l’impressione di essere tutto d’un pezzo il maresciallo dei carabinieri Doriano Furceri, 57 anni compiuti lo scorso 25 maggio. Un maresciallo come quelli descritti in uno dei suoi noir dal giallista Andrea Vitali di Bellano, che tra l’altro lo conosceva, perché il sottufficiale a Bellano c’era stato 17 anni. Era stato il comandante della stazione del piccolo paese in riva al lago di Como prima di essere trasferito nel febbraio 2021 al ’confino’ ad Asso per quello che era diventato un piccolo scandalo locale.

Scritte anonime erano apparse sui muri. Una grafia contraffatta lo accusava di infastidire "le mogli degli altri". Il maresciallo Furceri, originario di Palermo, aveva trascorso quasi due terzi della sua vita con la divisa della Benemerita cucita addosso. Nel 1986, una volta diplomato come perito chimico, l’arruolamento al corso sottufficiali alla scuola dei carabinieri di Velletri; poi Firenze, alla scuola per brigadieri, con la promozione a vicebrigadiere nel 1988. Terminata la formazione, la lunga gavetta nelle caserme e di pattuglia sulle strade di mezza Lombardia, come Seregno o la compagnia di Merate. Nel 2000 il ’ritorno’ a casa, al Reparto operativo del capoluogo siciliano, prima come tecnico di laboratorio per l’analisi della droga, poi alla scientifica. Nel curriculum una missione in Kosovo, che gli era valsa una medaglia e nel 2004 il comando della caserma di Bellano.

Qui, fra l’altro, si era occupato del caso di Chiara Bariffi, la 30enne scomparsa tra il 30 novembre e il 1 dicembre 2002 per essere ritrovata in un’auto in fondo al lago di Como solo tre anni più tardi su indicazione, pare, di una medium. Da Bellano il maresciallo Doriano Furceri era poi dovuto andarsene in fretta e furia per ragioni di opportunità dopo il caso delle scritte.

"Non è vero niente, qualcuno che ce l’ha con me ha trovato il modo di cacciarmi", aveva giurato il sottufficiale. Anche lo moglie lo aveva difeso. Ma il trasloco ad Asso era stato inevitabile. Il maresciallo era papà di tre figli: Jacopo, il più giovane poco più che adolescente, Mattia il mezzano che è rimasto a vivere a Bellano, e Joshua, il più grande. "Sono sconvolto", il commento laconico del sindaco di Bellano Antonio Rusconi, che gli era rimasto amico e che non riesce nemmeno a parlare tanto è forte l’impatto emotivo di quello che è successo.

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