Venerdì 19 Aprile 2024

La visita di Zelensky in Italia, blitz a Roma tra guerra e pace. La svolta: vertice con il Papa

Domani il leader ucraino dovrebbe essere ricevuto da Francesco, domenica da Meloni. Accelerazione sulle armi, Londra invia a Kiev missili a lungo raggio. Il Cremlino: "Risponderemo".

Roma, 12 maggio 2023 – Si alza il tono dello scontro fra la Russia e la comunità internazionale. Ma, proprio quando tutto sembra andare per il peggio, arriva l’annuncio che molti aspettavano e sui cui il Vaticano lavora dall’inizio del conflitto. Domani Papa Francesco potrebbe incontrare Volodymyr Zelensky.

Approfondisci:

Ucraina, l’ultima di Medvedev su Zelensky: rischia di morire come Hitler

Ucraina, l’ultima di Medvedev su Zelensky: rischia di morire come Hitler

Secondo fonti vaticane, infatti, il presidente ucraino potrebbe fare una visita lampo a Roma, dove domenica dovrebbe incontrare Giorgia Meloni e Sergio Mattarella. Si tratta al momento solo di un’ipotesi e non ci sono dunque conferme ufficiali sull’ora e sul luogo di questo eventuale incontro. Il Papa ha ricevuto il premier ucraino Denys Shmyhal un paio di settimane fa mentre aveva ricevuto Zelensky, prima della guerra, nel febbraio 2020. E sono passati pochi giorni dal viaggio di ritorno dal viaggio pastorale in Ungheria, dove il pontefice ha incontrato anche il metropolita Hilarion. In quell’occasione, il Santo Padre aveva annunciato che era in corso una missione di pace per porre fine al conflitto. Poche ore dopo, però, sia Mosca sia Kiev avevano dichiarato di non sapere nulla del piano. Adesso l’iniziativa vaticana avrebbe assunto una nuova concretezza. Non abbastanza, però, da fermare l’escalation sul campo di battaglia.

La visita di Zelensky in Vaticano nel 2020 (Ansa)
La visita di Zelensky in Vaticano nel 2020 (Ansa)

Ieri la Gran Bretagna ha consegnato all’Ucraina missili da crociera a lungo raggio in vista della controffensiva. La notizia è stata data dai media americani e confermata successivamente dal ministro della Difesa di Londra, Ben Wallace. Si tratta degli Storm Shadow, detti anche gli ‘ammazza bunker’. Sono missili con una gittata di oltre 250 chilometri, che vengono sganciati da aerei e che prevedono una esplosione in due tempi. Sono in grado di scendere di quota e volare verso l’obiettivo, individuandolo grazie a un sistema a infrarossi in grado di aggiustare la rotta programmata prima del lancio, senza venire rintracciati dal nemico. Una volta raggiunto, esplodono una prima testata per aprire un varco alla seconda, quella principale, che penetra il target e poi detona al suo interno. Grazie al suo impiego, Kiev potrà colpire in profondità i territori che in questo momento si trovano sotto il controllo militare russo. La condizione vincolante per la loro fornitura è la garanzia da parte di Kiev che questi missili verranno impiegati solo sul territorio ucraino e non oltre confine. Si passa dunque quello che il Cremlino considerava un punto di non ritorno. La Gran Bretagna si è spinta fin dove gli Usa non hanno (ancora) osato.

La risposta del Cremlino non si è fatta attendere. Il portavoce dell’istituzione, Dmitrij Peskov, ha detto che la notizia è stata accolta in modo "molto negativo", aggiungendo: "Ciò richiederà una risposta adeguata da parte dei nostri militari, che, naturalmente, da un punto di vista militare, prenderanno le decisioni appropriate". Per il momento, però, le uniche notizie che arrivano dal fronte russo sono quelle relative alle sfuriate sul web di Evgenij Prigozhin, il proprietario della Wagner, che da settimane vede i suoi mercenari impegnati nella battaglia per il controllo di Bakhmut e che continua a chiedere, senza successo, più proiettili al ministro della Difesa, Sergeij Shoigu e al capo di Stato Maggiore, Valerij Gerasimov.

Dall’altra parte della barricata, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sembra prendere tempo sulla controffensiva che potrebbe mettere la parola fine al conflitto. "Abbiamo bisogno di aspettare – ha spiegato alla Bbc – in questo momento costerebbe troppe vite". Il numero uno di Kiev, però, è stato smentito proprio da Prigozhin, che lo ha definito "un bugiardo". Secondo il capo dei mercenari russi, infatti, la controffensiva sarebbe già in corso.