Mercoledì 24 Aprile 2024

La visita di Mattarella Tra gli alluvionati "Ce la farete, io al vostro fianco"

Il presidente in Romagna: non sarete soli in questa rinascita. L’abbraccio (fuori protocollo) ai bambini e agli angeli del fango.

dall’inviato

Alessandro Caporaletti

MODIGLIANA (Forlì-Cesena)

L’inno di Mameli e Romagna mia, il Tricolore e le radici, l’amore per una terra piegata ma pronta a rialzarsi, come sempre. La colonna sonora della visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella Romagna ferita – da Modigliana a Forlì, da Cesena a Ravenna, poi Lugo e Faenza – è un canto orgoglioso che sale dal profondo del cuore di questa gente: dai bambini delle scuole con le bandierine in mano e i sorrisi stampati sui volti, dai cittadini che hanno gremito piazze e strade, dagli sfollati in cerca di speranza, dai volontari sporchi di fango con pale e badili in mano (i burdel de paciug), dai sindaci in prima linea. È l’inno alla resilienza di un popolo che non conosce resa. Mai.

"Questo è un momento impegnativo e difficile. Ho visto tante ferite nel territorio e so bene che servono coraggio e decisione per rilanciare la vita comune. Ma so che ce la farete, con l’aiuto dello Stato e del governo – scandisce il presidente in piazza Saffi, a Forlì –. So che ce la farete perché questa è la volontà di queste contrade. Tutta l’Italia vi è vicina, e non sarete soli in questa rinascita, che deve essere veloce". I volontari gli regalano un giubbotto arancione, mentre i bimbi drizzano contro il cielo cartelloni e disegni. Ecco "Tin bota", lo slogan della ripartenza. "Non ho parole per ringraziarvi. Quello che avete fatto è di straordinaria importanza, è un esempio di solidarietà, impegno comune e generosa disponibilità", dice il capo dello Stato ai ragazzi, gli "angeli del fango", piccoli grandi eroi nel dramma dell’alluvione, esempi di "coraggio e dedizione" dei quali accoglie le storie, portando loro "la gratitudine della Repubblica". A Modigliana l’arrivo in elicottero col governatore Bonaccini dopo avere sorvolato le colline e l’Appennino ferito: il borgo isolato dalle frane ("ne abbiamo più di trecento", dice il sindaco Jader Dardi) come primo approdo. Mattarella percorre le strade del paese, si ferma con i bimbi delle scuole, dal ponte sul Marzeno osserva le colline squarciate e riceve il primo di tanti tributi dalla popolazione, che lo ringrazia, applaude e invoca. "Presidente uno di noi", gli gridano i bimbi del quartiere Romiti, uno dei più colpiti, in piazza a Forlì. Uno striscione recita: "La tua presenza per noi è una carezza al cuore". "La promessa che facciamo è che rinasceremo, usciremo da questo incubo", dice il sindaco Gian Luca Zattini. A Cesena il dono è un gilet, stavolta giallo fosforescente e con la scritta "Tin bota". "Presidente, la sua presenza ci incoraggia", dicono gli operatori del centro allestito nella scuola Don Milani, che dal primo giorno coordinano gli aiuti.

Accompagnato dal sindaco Enzo Lattuca, Mattarella incontra Alessandro Muratori, che con la canoa ha salvato una famiglia nella casa piena d’acqua. "Grazie per il suo impegno, per quello che ha fatto e anche per l’inventiva", gli sorride il presidente. "Tornerete come prima, i vostri prodotti sono irrinunciabili", sono invece le parole a un rappresentante Coldiretti, che gli dona i prodotti delle campagne di Ravenna. Qui l’incontro è con uno dei responsabili delle cooperative agricole che permettendo l’inondazione delle loro terre, hanno contribuito a evitare che l’acqua invadesse la città. A Lugo il sindaco Ranalli gli presenta Giuseppe Parmiani, "un uomo straordinario di 93 anni. La sua casa, danneggiata dalla rotta del Santerno, è stata demolita per un’ordinanza che ho firmato, necessaria ai lavori di ripristino dell’argine. Giuseppe ha raccontato al presidente che lui è vivo perché allontanato dalle evacuazioni che abbiamo disposto. È uno dei nostri simboli", dice il sindaco. Come il teatro Rossini salvato dagli abbonati nei panni di volontari. "Tornerà come prima", garantisce Mattarella, che in piazza autografa la copia della Costituzione a un ragazzo. C’è una parola per tutti. L’ultima è a Faenza per i sindaci che temono di "essere dimenticati quando i radar dei media verranno meno. Ci abbiamo messo la faccia. Abbiamo fatto tutto il possibile", si commuove Massimo Isola, primo cittadino di Faenza. "Non abbiate paura, non sarete soli – li incoraggia il capo dello Stato –. Ci sarà una costante attenzione da parte delle istituzioni nazionali. E anche io parteciperò affinché, a fari spenti, a riflettori appannati dopo l’emergenza, si continui con la medesima attenzione. Sarò accanto al governo per sostenere senza pause l’aiuto alla ripresa piena di questa terra, che è fondamentale per tutta l’Italia. Sarò sempre al vostro fianco".