Giovedì 18 Aprile 2024

Ucraina, la via della pace è in salita. Macron punta sul mediatore Xi. Il primo ostacolo è la Crimea

Il presidente francese a Pechino. Il leader cinese: "Chiamerò Zelensky al momento giusto". Mosca boccia l’iniziativa: "Non ci sono prospettive". E Kiev rilancia: "Ripristinare i confini del ’91"

Roma, 7 aprile 2023 – Grande è la confusione sotto il cielo, diceva il dittatore cinese Mao Tze-tung. Chissà come commenterebbe le tensioni geopolitiche di oggi, a cominciare dalla guerra in Ucraina, che vede ognuno degli attori coinvolti andare per contro proprio, soprattutto dal punto di vista diplomatico. Con buona pace degli sforzi della comunità internazionale, Mosca non pare intenzionata a deporre le armi. Ieri, per la seconda volta in pochi giorni, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov ha smentito le parole pronunciate a Pechino, dove Xi Jinping si è detto pronto a chiamare il leader di Kiev, Volodymyr Zelensky, "quando ci saranno le condizioni" per iniziare una trattativa che porti alla fine del conflitto e a una pace duratura.

"La Cina ha un potenziale di mediazione molto efficace e impressionante, e i recenti successi diplomatici di Pechino lo hanno dimostrato in modo eloquente. Ma la situazione con l’Ucraina è ancora difficile, per ora non ci sono prospettive per una soluzione pacifica" ha detto perentorio Peskov, proprio mentre nella capitale cinese il presidente francese, Emmanuel Macron, e la presidente della Commissione Europea, Ursula Von del Leyen, incontravano il leader del Dragone, Xi Jinping, per capire quali siano le reali intenzioni riguardo al conflitto. E soprattutto per spronarlo ad agire nel minore tempo possibile. Il capo dell’Eliseo si aspetta che la Cina "riporti la Russia alla ragione". Da parte del presidente Xi, almeno a parole, la disponibilità è alta. Con i due leader europei ha ribadito la sua intenzione di chiamare il numero uno di Kiev per iniziare a intavolare una trattativa.

Con Macron, in particolare, il capo del Dragone, ha sottolineato il suo timore che la guerra possa degenerare, invitando a non utilizzare armi nucleari, biologiche e chimiche. Per portare acqua al suo mulino, la Cina non si è certo dimenticata della situazione economica e ha esortato i due rappresentanti europei alla cooperazione "per affrontare gli effetti di ricaduta della crisi ucraina nel settore alimentare, energetico, finanziario, dei trasporti e in altri campi", e "ridurre l’impatto negativo della crisi ucraina sul mondo, in particolare sui Paesi in via di sviluppo".

A qualche fuso orario di distanza, Kiev apre a una trattativa con la Russia sul controllo della Crimea, nel caso in cui la controffensiva ucraina, che sta iniziando proprio in questi giorni, dovesse avere successo. Il messaggio arriva da Andrii Sybiha, uno degli uomini più vicini a Zelensky, che, parlando con il Financial Times, ha dichiarato che l’Ucraina potrebbe liberare la Crimea anche con il suo stesso esercito e che quindi la proposta di negoziato è la prova tangibile che Kiev è disponibile a raggiungere un accordo attraverso la via diplomatica. Ma l’apertura del consigliere irrita il presidente. Il portavoce di Zelensky ha consigliato di tenere conto solo delle dichiarazioni del leader riguardo alle prospettive dei negoziati con la Russia. E il consigliere Mykhailo Podolyak ha rilanciato: "I confini del ’91 sono la base per negoziare". "Non ci possono essere negoziati sulla Crimea e su altri territori della Federazione russa. L’integrità territoriale della Russia non è in discussione", dicono al Cremlino.È ancora troppo presto per pensare alla fine delle ostilità.