La vacanza finisce in tragedia Inghiottito da un’onda a Tenerife

Diego Nicchi, 33 anni, originario di Anghiari (Arezzo) stava passeggiando sul pontile con tre amici. Il giovane è finito in mare insieme con un 47enne del gruppo che invece è riuscito a salvarsi

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di Fabrizio Paladino

È stato travolto e ucciso da un’onda anomala mentre si trovava in vacanza a Tenerife insieme al padre e ad alcuni amici. Diego Nicchi, imprenditore di 33 anni, secondo una prima ricostruzione non è riuscito a salvarsi e i tentativi operati dai soccorritori giunti sul posto non hanno avuto effetto. Il giovane – originario di Anghiari, pur se conosciuto in tutta la Valtiberina – da anni ormai si era trasferito in Romania per gestire, insieme al padre, un’azienda che commercializza funghi e tartufi.

La famiglia Nicchi aveva poi deciso di acquistare una casa alle Canarie: tanti sacrifici e la soddisfazione di poter trascorrere qualche periodo dell’anno in questa oasi. Che, a Diego, un ragazzo così pieno di vita, è però risultata fatale.

È il primo pomeriggio di martedì quando l’imprenditore aretino – che non era sposato – insieme a due uomini e una donna sta passeggiando lungo un pontile. Siamo nel Charco de La Laja, a San Juan de la Rambla, una delle zone più belle delle Canarie. Improvvisamente un’onda anomala coglie di sorpresa il gruppo: Diego e un altro finiscono in mare, gli altri due riescono a salvarsi. Il più sfortunato è appunto il trentatreenne che, a quanto pare, finisce addosso agli scogli. Scattano subito i soccorsi ma il giovane viene individuato soltanto mezz’ora dopo il tragico evento. Sul posto, i medici – dopo aver verificato di essere in arresto cardiorespiratorio – hanno effettuato su Diego tutte le manovre di rianimazione durante il suo trasferimento all’aeroporto di Tenerife Nord, dove il personale Suc ha proseguito con queste manovre avanzate senza ottenere risultati, confermando la sua morte poco dopo. L’altra persona colpita – un 47enne – è stata salvata dal mare dall’elicottero Helimer Maritime Rescue e trasferita sulla superficie di La Guancha. Non corre pericolo di vita.

Diego – figlio unico e con i genitori separati da anni – aveva frequentato le scuole d’infanzia tra Caprese e Pieve Santo Stefano, sempre in Valtiberina. Dopo un breve periodo trascorso a lavorare in un’azienda di Pieve, il padre Velso lo inserisce nell’impresa di famiglia, quella che si occupa di import ed export di funghi e tartufi, la Vel Fungo Srl con sede a Siculeni, attività che negli anni si espande anche all’estero, appunto in Romania, dove Diego si reca circa dieci anni fa per curare gli affari insieme al genitore, lì ormai da trent’anni. Un lavoro che lo soddisfa; nel tempo – come ha raccontato uno dei suoi migliori amici di Pieve – il giovane aveva mantenuto strette le sue radici, ritrovandosi spesso con i ragazzi dell’infanzia nei periodi di ritorno dalla Romania.

"Diego, qualche ora prima della tragedia, mi aveva inviato su Instagram un vocale dove mi diceva che era nell’isola a divertirsi – ha detto un amico – Ho risposto la mattina successiva, martedì, però poi non l’ho più risentito...".