Martedì 23 Aprile 2024

La Ue punisce Orban Fratelli d’Italia e Lega: "Così lo spingiamo verso la Russia"

La Commissione: bisogna tagliare 7,5 miliardi di fondi a Budapest. Meloni: un errore. Ma Berlusconi: "Il nostro punto di riferimento è il Ppe"

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di Alessandro Farruggia

Per difendere i valori dello stato di diritto la Commissione Europea propone il taglio dei fondi di coesione all’Ungheria – un taglio di un terzo, pari a 7.5 miliardi di euro su 22, che potrebbe successivamente crescere e colpire anche i fondi Pnrr – che scatterà se Budapest, come invece ha promesso di fare, entro gli inizi di dicembre non si metterà in regola, cambiando una serie di leggi.

La procedura è iniziata mesi fa con una lettera formale inviata lo scorso 27 aprile, alla quale Budapest ha replicato con 17 proposte di modifica legislativa che, se attuate, potrebbero risolvere il contenzioso. Ma la Commissione ha deciso di tirare dritto, minacciando e quantificando i tagli proprio per far sì che l’Ungheria mantenga quanto promesso. Teoricamente il consiglio avrebbe tempo fino al 18 ottobre per valutare la richiesta della Commissione, ma quasi sicuramente si prenderà altri due mesi, come permette la normativa, per dare tempo a Budapest il tempo di ottemperare. Dopodiché, il 18 dicembre scatterà il D day: o Orban si sarà messo in regola o scatteranno i tagli.

Sembra una contesa di pura politica europea, ma in Italia siamo in tempo di elezioni e il braccio di ferro tra la Commissione e il presidente ungherese Orban diventa una occasione per uno scontro politico, nel quale il centrodestra è accusato volere un’Italia sovranista ispirata all’Ungheria di Orban. Che il centrodestra critichi la decisione della Commissione è un fatto. "Non sono d’accordo con quello che l’Unione Europea sta facendo nei confronti dell’Ungheria" ha detto la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ospite di “Mezz’ora in più” su Rai 3, Ma Meloni ieri ha detto che a motivarla è "una ragione di geopolitica: siamo in mezzo a una guerra fatta contro l’Occidente. In questa fase non abbiamo interesse a spaccare l’Europa, ma a compattarci contro i nostri avversari. Non dobbiamo spingere Paesi europei verso la Russia. Orban farà le sue scelte, io non faccio quello che dice Orban: guardo solo all’interesse nazionale italiano". Come lei anche Salvini guarda a Budapest senza demonizzarla: "Letta dice che oggi Pontida è una provincia dell’Ungheria. Ma io rispetto le scelte democratiche di tutti gli altri Paesi del mondo".

Ma il Pd, M5s e non solo non perdono l’occasione per attaccare il centrodestra. "Non vogliamo una Italia che si leghi all’Ungheria, come Salvini ha voluto proporre. Non vogliamo che l’Italia diventi come l’Ungheria di Orban, che strizzi l’occhio o ceda a Orban e Putin. Vogliamo un’Italia che stia nel cuore dell’Europa e sia fedele alle sue alleanze. Bisogna scegliere: con l’Europa o con Orban. Con la democrazia o con la compressione delle libertà personali". "O la Meloni e Salvini fanno marcia indietro e riconoscono di avere sbagliato su Orban, oppure non sono inidonei a governare l’Italia", rincara la dose il leader pentastellato Giuseppe Conte. "Le prossime elezioni saranno letteralmente una scelta di campo tra un’Italia protagonista in Ue insieme agli altri paesi e un’Italia alleata di Putin e Orban", dice il segretario di +Europa Benedetto Della Vedova.

Nel centrodestra, va detto, sul tema Orban ci sono sensibilità diverse. Giorgia Meloni e Matteo Salvini lo vedono come un alleato in una battaglia per una Europa diversa, mentre Silvio Berlusconi va (ancora) in controcanto. "Innegabile – dice a Retequattro il leader di Forza Italia – che Orban sia un leader democraticamente eletto e come tale vada rispettato. Però è chiarissimo che il nostro punto di riferimento in Europa è il Partito popolare europeo, non può certo essere Orban. Le sue politiche sono lontane dalle nostre, e così la sua visione dell’Europa".