La Ue apre al tetto per i prezzi del gas

Nel vertice che si chiude oggi viene inserito un esplicito riferimento al "price cap". Ma i Paesi del Nord continuano a fare muro

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di Elena Comelli

Si gioca tutta sull’energia la partita dell’ultimo vertice Ue prima dell’estate, tra ieri e oggi. Una partita che vede Mario Draghi deciso ad andare avanti sul tetto al prezzo del gas, tanto da chiedere la convocazione di un summit europeo ad hoc da tenersi in luglio, per arrivare a una decisione finale. Continua infatti a mancare il consenso dei 27 e anche ieri il premier olandese Mark Rutte ha spiegato che "non siamo contrari per principio ma, sulla base delle prove che abbiamo, pensiamo che potrebbe non funzionare". Per Draghi, invece, la misura resta una priorità europea e ha anche una sua valenza politica, quella di una contro-sanzione alla Russia che sta via via chiudendo i rubinetti all’Europa, spingendo i prezzi sempre più in alto. Di certo, da questa due giorni non uscirà alcuna decisione operativa, ma nell’ultima versione della bozza di conclusioni del Consiglio europeo è stato inserito un riferimento al price cap, che è già un passo avanti. La discussione, prevista oggi, viene anticipata come "seria" o "intensa", termini che a Bruxelles sono solitamente utilizzati per descrivere uno scontro. La presidente della Bce, Christine Lagarde, illustrerà ai leader dell’eurozona le basi della sua strategia anti-inflazione e del nuovo scudo anti-frammentazione, suscitando con tutta probabilità le critiche dei falchi del Nord verso il nuovo intervento dell’Eurotower.

Nella bozza di conclusioni del vertice c’è un chiaro riferimento all’inflazione, causata in gran parte dalla guerra in Ucraina e dal caro prezzi dell’energia. Ma all’Italia non basta. Nel testo è stato anche inserito un paragrafo sull’"utilizzo come arma" di gas e petrolio da parte di Mosca e c’è anche un rimando al price cap, in particolare in riferimento alle conclusioni del vertice del 30 e 31 maggio scorso, quando il Consiglio invitava la Commissione ad esplorare le opzioni per calmierare i prezzi dell’energia, incluso un price cap temporaneo. L’Italia, assieme ad altri quattro governi europei (Portogallo, Romania, Slovacchia e Bulgaria), spinge anche per posticipare al 2040 il divieto di vendita di auto e furgoni commerciali con motore termico, fissato al 2035 dalla proposta della Commissione già sostenuta dal Parlamento europeo. Su questo punto manca il sostegno della Germania, il cui governo è spaccato su questo fronte. Sul tetto ai prezzi del gas russo, invece, la posizione della Germania resta sostanzialmente contraria, ma più aperta al confronto rispetto a qualche settimana fa. Christian Lindner, il ministro delle Finanze, sostiene che "se modifichiamo unilateralmente i contratti, Putin potrebbe reagire stoppando di netto le forniture di energia".

La tesi dell’Italia, sostenuta anche dalla Grecia, va in direzione opposta: il progressivo stop alle forniture di Mosca vanifica il timore che, con il tetto ai prezzi, la Russa possa chiudere i rubinetti. Una tesi che trova conferma nelle parole del capo dell’Agenzia internazionale per l’energia: l’Ue deve essere "pronta nel caso in cui il gas russo sia completamente tagliato fuori", ha avvertito Fatih Birol. Il vertice europeo dovrebbe fornire oggi le prime risposte.